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Cade una mattonata sulla casa Oltre l'Ici altre due tasse

Aumenti più pesanti sulle seconde abitazioni: in arrvo anche una tariffa sui rifiuti più salata e l'imposta sui servizi

Lucia Esposito
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Ici, Imu, Res, Ics. Solo a snocciolare acronimi c'è di che perdere la testa. La sventagliata di nuove imposte sul mattone (e sui servizi anche intangibili), o la riedizione - rivista, corretta e aumentata - di vecchie tasse rappresenta, forse, la parte più sostanziosa (per gettito) della manovra correttiva che il governo si appresta a presentare, nella speranza di varare il pacchetto entro Natale.  L'Ici sulla prima casa è il grande spettro che si aggira sul patrimonio immobiliare degli italiani. Cancellare «l'anomalia italiana» - come l'ha definita il presidente del Consiglio Mario Monti chiedendo il voto di fiducia del Parlamento - comporterà, per chi ha quattro mura di proprietà, un salasso garantito. L'Imposta comunale sugli immobili - cancellata dal governo Berlusconi nel 2008 per la prima casa - comporta un gettito garantito di almeno 3 miliardi e mezzo di euro. Sempre che le aliquote comunali si mantengano sui livelli ante cancellazione. Il rischio, infatti. è che la revisione delle rendite catastali possa influire anche sulla quota Ici comunale. Di certo a goderne saranno gli oltre 8mila sindaci che negli ultimi tre anni hanno pietito a livello nazionale per racimolare le risorse economiche non più percepite dai propri amministrati. Ma il professore ha parlato di «rigore nell'equità» che è stato tradotto dai tecnici del ministero del Tesoro in una serie di proposte per tutelare le fasce più povere della popolazione, le famiglie numerose, quelle con disabili e figli piccoli a carico. Insomma, l'Imposta comunale dovrebbe essere praticamente azzerata da una serie di detrazioni che tengano conto del reddito e della posizione reddituale del proprietario. Una fascia di tutela per non gravare su chi realmente fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena e che quindi dover sborsare altri  300 o 400 euro di Ici l'anno rappresenta un problema vero. L'Imu, invece, potrebbe rappresentare la vera novità dell'anno, e non si tratta di buone notizie. L'Imposta municipale unica (che sarebbe dovuta andare a regime nel 2014 grazie ai primi decreti sul federalismo fiscale) potrebbe assorbire la vecchia Ici ed entrare in vigore già da gennaio. Per la super Imu,  secondo le proiezioni realizzate dalla Uil, il gettito sarebbe di 5,7 miliardi di euro con le attuali rendite catastali, che diventerebbero 6,3 miliardi di euro nel caso di una rivalutazione delle rendite del 15%. Anche in questo caso sembra che le sollecitazioni politiche abbiano convinto i tecnici del Tesoro (e il governo) ad applicare delle clausole di salvaguardia per tutelare le fasce più deboli (economicamente) della popolazione. Sarà particolarmente salata sulle seconde e terze case e infatti si pensa di collegarla al numero di immobili posseduti e al valore del bene (lusso, residenziale, ecc).  Altro acronimo, altra tassa. La Rifiuti e Servizi, vale a dire l'imposta locale (Res) che dovrebbe sostituire Tarsu e Tia, e colpire tutti i proprietari per pagare l'erogazione del servizio di raccolta dei rifiuti e di altri interventi comunali definiti indivisibili. La novità è che a pagare (come oggi con la Tarsu) saranno anche gli affittuari. Secondo le proiezioni il gettito derivante dall'introduzione della Res sarà complessivo di 3,1 miliardi di euro con le attuali rendite catastali, ma si potrebbe arrivare anche a 3,4 miliardi di euro con la rivalutazione del 15% delle rendite. Tra le varie ipotesi anche l'approdo dell'Ics, ovvero l'Imposta comunale sui servizi, una nuova service tax (al posto della ReS)  composta da Tarsu/Tia (Tariffa igiene ambientale) e addizionale Irpef che sostituirebbe Tarsu, Tia e addizionale comunale Irpef. Il gettito presunto potrebbe essere di oltre i 4 miliardi solo per la quota servizi.  Tirando le somme, e stando alle simulazioni della Uil Servizio politiche territoriali,  il gettito complessivo - con rivalutazione al 15% - potrebbe superare i 9,7 miliardi. Ma basta cambiare un decimale modulare l'incasso. E la bozza del decreto fiscale sulla casa è ancora top secret. di Antonio Castro

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