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Le toghe tornano all'attacco "Unipol, Silvio va processato"

Procura di Milano rinvia a giudizio il Cav sull'intercettazione in cui Fassino dice a Consorte: "Abbiamo una banca"

Lucia Esposito
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Silvio Berlusconi rinviato a giudizio per la vicenda dell'intercettazioe tra Giovanni Consorte e Piero Fassino sulla scalata alla Bnl: la Procura di Milano aveva chiesto l'archiviazione per l'ex premier ma il  giudice Stefania Donadeo aveva respinto la richiesta chiedendo l'imputazione coatta. Lunedì la richiesta sarà presentata dal pm Maurizio Romanelli. Non solo suo fratello Paolo Berlusconi ma anche l'ex premier dovrà andare a processo per la la pubblicazione il 31 dicembre 2005 su Il Giornale dell'intercettazione nella quale cui il segretario ds Piero Fassino diceva allora numero uno di Unipol: "Abbiamo una banca". L'udienza preliminare è fissata per lunedì 5 dicembre, Niccolò Ghedini e Piero Longo sosterranno che il fascicolo va trasmesso all'autorità giudiziaria di Monza nel cui distretto rientra Arcore. La vicenda risale alla vigilia di Natale 2005. Due tecnici che lavoravano nelle società che si occupava di registrare le intercettazioni per conto della Procura di Milano, secono la ricostruzione dell'accusa, «avevano fatto ascoltare ad Arcore alla vigilia di Natale 2005 a Silvio Berlusconi, e poi consegnato a lui o al fratello Paolo, la registrazione delle telefonate intercettate, ancora coperte da segreto», tra l'allora segretario Ds Fassino e il presidente Unipol Consorte, che pochi giorni dopo venne pubblicata dal Giornale (quotidiano della famiglia Berlusconi) quando l'intercettazione non era ancora depositata e  nemmeno trascritta per i magistrati.  

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