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Scattone lascia la cattedra: "Troppe polemiche ingiuste"

L'uomo condannato a 5 anni e 4 mesi per l'omicidio colposo di Marta Russo, rinuncia la posto da insegnate al liceo Cavour

Costanza Signorelli
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Giovanni Scattone da oggi non siede più sulla cattedra del liceo Cavour, dove insegna storia e filosofia. "Troppe le polemiche e il clamore ingiustificato ma soprattutto negativo per i ragazzi", è così che Scattone ha giustificato - tramite una lettera inviata alla preside del liceo romano - il suo addio. Perché il Cavour è lo stesso istituto che frequentava Marta Russo, la ragazza ventiduenne uccisa il 9 maggio 1997 da un proiettile vagante partito dalla pistola dell'ex assistente di Giurisprudenza nei viali dell'Università 'La Sapienza'. Una scelta categorica, nonostante quel lavoro gli servisse: "Farei volentieri un altro mestiere, ma ho bisogno di lavorare" aveva detto qualche giorno fa l'ex ricercatore, condannato per l'omicidio colposo della Russo. Ma dopo le pesanti polemiche di questi giorni, però, arriva la decisione: "Questo clima così teso - continua Scattone nella lettera di rinuncia alla cattedra - si ripercuote soprattutto sulla serenità degli studenti ai quali è rivolta l'attività didattica". Intanto gli stessi studenti del Cavour si dividono: la maggioranza dei suoi studenti lo difende: "È un professore modello, spiega bene, chiediamo che resti al Cavour", ma c'è anche chi, come i giovani di Lotta Studentesca, appende manifesti e striscioni con scritto: "Scattone assassino". La lettera di rinuncia - Mercoledì sera, il docente di storia e filosofia dello scientifico a due passi dal Colosseo, condannato a 5 anni e 4 mesi per omicidio colposo, ha inviato un fax a Tecla Sannino, preside dell'istituto dove insegna da settembre, comunicandogli ufficialmente la sua rinuncia: "Ritengo non ci siano le condizioni per un sereno svolgimento dell'attività didattica anche e soprattutto nell'interesse degli studenti - scrive Scattone -, gli eventi degli ultimi giorni hanno creato un clima tale da rendere impossibile il sereno svolgimento dell'attività didattica". I genitori di Marta - "Una notizia che allevia un po' la nostra angoscia - ha commentato Aureliana Russo, la madre di Marta - perché l'ho detto tante volte: una persona che si è macchiato di quel delitto, non può fare l'educatore. Capisco che si debba guadagnare il pane ma insegnare non posso accettarlo. Questa volta c'è stato più clamore perché è finito proprio nel liceo di Marta, ma io sono anni che lo dico e nessuno mi ha ascoltato. Una volta, nel liceo scientifico Labriola di Ostia, quando siamo andati per far conoscere l'associazione in favore della donazione degli organi intitolata a Marta, Scattone aveva insegnato lì, fino a due giorni prima".  

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