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Passera spacciatore di Btp: Stato pagherà con i titoli

Il governo pensa a ripagare i debiti alle imprese con Btp. Superministro lancia l'allarme: "Italia a rischio recessione"

Andrea Tempestini
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Il superministro del governo Monti, Corrado Passera, ha detto chiaro e tondo: "Siamo in un momento difficile, stiamo rischiando sicuramente di rientrare in recessione". Il ministro dello Sviluppo economico ha spiegato: "Ieri sera (mercoledì 30 novembre, ndr) ho ascoltato tutte le proposte, siamo in una fase d'ascolto". Nel frattempo continua il mistero sulle misure che l'esecutivo vuole inserire nella manovra: sono state presentate in Europa, ma non ancora né all'Italia né al Parlamento che le dovrà approvare. Continuano però a fioccare le indiscrezioni: l'ultima riguarda la possibilità di pagare i debiti arretrati della pubblica amministrazione nei confronti di piccole e medie imprese  (una montagna che raggiunge circa i 90 miliardi di euro - con titoli di Stato. Lo stesso Passera avrebbe discusso di questa soluzione con imprese, banche, assicurazioni e cooperative, e l'ipotesi sarebbe stata suggerita proprio dalle imprese.Pensioni - Passera ha poi sottolineato che il governo "è al lavoro per affrontare l'emergenza numero uno, che è quella del disagio occupazionale", che "è molto più alto di quanto mostrino le statistiche e coinvolge una quota rilevantissima della società italiana". Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha toccato invece il tasto della previdenza: "Sulla spesa pensionistica - ha spiegato Passera - il governo ha in preparazione, e verosimilmente sarà annunciata entro pochi giorni, una riforma incisiva ma che rispetta il criterio di equità tra le generazioni. Abbiamo ben chiari i difetti del nostro mercato del lavoro - ha proseguito la Fornero nel corso di una deliberazione pubblica del Consiglio ue dedicato alle questioni sociali in corso a Bruxelles -, il suo dualismo e i principi di flexicurity che dovrebbero ispirarne la riforma". La Fornero ha poi precisato che l'esecutivo agirà su rigore, crescita ed equità, spiegando che "il rigore non è solo basato su una dimensione quantitativa, ma anche su una diversa cultura del rapporto tra individui e spesa pubblica".

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