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Banche centrali pagano: volano le Borse. Euro, 10 giorni per sopravvivere

La Fed comunica la mossa per favorire il credito di diversi istituti centrali. Forti rialzi a Milano, corrono i bancari, giù lo spread

Andrea Tempestini
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Le banche centrali scendono in campo. La Federal Reserve statunitense, la Bce ed altri quattro istituti centrali hanno deciso di ridurre di 50 punti base il tasso di interesse sulle operazioni di swap, di cambio, in dollari. La decisione, che mira a favorire la circolazione di liquidità sui mercati, nel giro di qualche minuti ha cambiato faccia alla giornata borsisitica, nata nel segno delle incertezze e da lievli flessioni. La decisione relativa al tasso di interesse è stata comunicata dalla Fed, che ha anche specificato che le altre banche coinvolte nell'operazione sono la Banca del Canada, la Banca d'Inghilterra, la Banca del Giappone e la Banca Centrale Elvetica. Poco prima della comunicazione, anche la banca centrale di Pechino aveva abbassato di 50 punti base il livello di riserve obbligatorie delle banche. Favorire il credito - L'istituto centrale degli Stati Uniti, in un comunicato, spiega: "Lo scopo di queste operazioni è quello di allentare le tensioni sui mercati finanziari e quindi mitigare gli effetti di queste tensioni sulla capacità da parte delle banche di fare credito a famiglie e imprese, in modo da aiutare la ripresa economica". In termini più concreti, la mossa influirà sul costo di circolazione dei capitali tra le diverse banche centrali, che scenderà, come di riflesso scenderà anche quello praticato verso e dagli istituti che fanno credito a famiglie e imprese. Il taglio sarà effettivo dal prossimo cinque dicembre e resterà in vigore fino al febbraio del 2013. Schizzano le Borse, giù lo spread - Come detto, la decisione delle banche centrali ha dato vigore alle Borse, che hanno accelerato verso cospicui rialzi. A Milano il paniere principale Ftse Mib tornava sopra i 15mila punti guadagnando il 3,46%, mentre il complessivo All Share prendeva 3,22 punti percentuali. A fine giornata l'indice Ftse Mib ha chisuo con un rialzo del 4,38% e l'All Share del 4,38 per cento.Riflessi positivi anche sui titoli di Stato: il differenziale tra i Btp e il Bund tedesco è sceso in picchiato sotto quota 500 punti base, attestandosi a 492 punti, per poi chiudere a 474 punti base (in mattinata lo spread aveva toccato quota 509 punti). Effetti benefici anche per tutti gli altri listini europei, che hanno chiuso con cospicui rialzi: Londra ha guadagnato il 3,16%, Francoforte il 4,98% e Parigi è salita di 4,22 punti percentuali. Euro, dieci giorni per non morire - La decisione delle banche centrali è giunta dopo il monito arrivato in mattinata: l'euro ha dieci giorni per non morire. Si fa il conto alla rovescia, e, come davanti a un malato terminale, si raccolgono gli sforzi, scendono in campo gli esperti per ridare ossigeno alla moneta europea. A vestire i panni del malato che comunica l'infausta diagnosi è il commissario Ue agli affari economici e monetari Olli Rehn. Parlando prima dell'incontro all'Ecofin, di oggi 30 novembre,  ha detto: "Stiamo entrando in un periodo cruciale di dieci giorni per completare e concludere la risposta dell'Unione europea alla crisi". Rehn ha aggiunto che il lavoro deve procedere su due fronti: da un lato è necessario assicurarsi che l'eurozona abbia un sistema di protezione sufficientemente credibile per contenere le turbolenze del mercato, dall'altro rafforzare ulteriormente la governance economica. Ieri, martedì 29 novembre, parlando dell'Italia aveva detto: In Italia c'è un certo bisogno di misure di consolidamento fiscale per raggiungere l'obiettivo del pareggio nel 2013. Stiamo valutando i dettagli di questo in relazione a previsioni di crescita inferiore. Affiancheremo il governo italiano in questo, sono certo che l'Italia riuscirà a farcela". Corsa dei bancari - Nel dettaglio, a Piazza Affari, dopo l'annuncio delle banche centrali relativo ad un'azione coordinata per fronteggiare le pressioni sui mercati monetarei globali, tra le banche fa il botto Bper con un +12,53%, balzano le altre popolari con un +6,90% di Bpm, +7,56% del Banco Popolare che ha completato ieri la riorganizzazione con la concentrazione delle banche territoriali e +8,86% di Ubi. Intesa sale del 6,14%, Mediobanca del 7,69%. Unicredit si ferma al +3,07%. Tra gli altri finanziari, rialzi sotto la media per gli assicurativi, con Fonsai +1,21% il giorno dopo il cda che ha deciso misure contabili sull'avviamento capaci di recare un beneficio fiscale.   Bene Fiat con un rialzo del 6,28%, Fiat Industrial +6,69%. Si rianima Finmeccanica (+7,29%) alla vigilia del cda che dovrebbe decidere sui vertici dell'azienda. Positivi i cementi e l'energia, con una super Saras in rialzo del 22,16%.   Ancora in evidenza i media con Mediaset +6,20%, Mondadori +5,97%, Rcs +5,01%. TI Media riduce il rialzo nel finale al +5,19% dopo aver beneficiato delle voci su una possibile offerta di Tarak Ben Ammar, oltre che di un interessamento di Carlo De Benedetti. L'Espresso guadagna il 6,75%; Telecom a +4,01%.   Tra gli altri titoli Seat cede il 16,22% dopo che il cda ha deciso di non pagare la cedola sul bond Lighthouse.

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