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Trovato l'erede di Napoleone: è manager di Wall Street

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Nel tempo in cui le banche decidono le sorti del Paese, il giovane Bonaparte non poteva che essere un consulente di Morgan Stanley

Giulio Bucchi
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Nell'epoca in cui le banche decidono nel bene e di questi tempi soprattutto nel male i destini del del mondo, l'erede di Napoleone Bonaparte non poteva che essere un manager di Wall Street. Il principe Jean-Christophe Napoléon, Napoleone VII per i suoi sostenitori, si è diplomato alla prestigiosa HEC School of Management di Parigi ed è consigliere presso la Morgan Stanley di New York. È giovane, 25 anni, ricchissimo, vive in una splendida residenza sul fiume Hudson, e ambizioso: vorrebbe un giorno darsi alla politica. Ha scelto di sicuro il settore migliore, quello finanziario, per fare il grande salto. Non certo come ai tempi del suo lontano parente, in cui la carriera militare permetteva di scalare la piramide sociale. «Porto un nome importante, impossibile non fare riferimenti alla mia famiglia, alla storia della Francia», ha spiegato in un'intervista alla rivista «Point de Vue». Jean-Christophe, nato a Saint-Raphaël, nel sud della Francia, è l'erede della Casa di Bonaparte, però non ha discendenza diretta da Napoleone I. Bensì da Girolamo, fratello dell'imperatore dei francesi. Fra la bella vita di Central Park, i party dell'alta società di Manhattan, e i circoli esclusivi, il rampollo porta avanti un progetto politico tutto suo. E non lo nasconde. «Mi piacerebbe, un giorno, poter entrare in politica nel rispetto naturalmente delle leggi repubblicane», ha auspicato il giovane aristocratico, discendente anche dai Borboni. «Mi piacerebbe essere un principe che difende gli interessi della Francia e dei suoi cittadini, e perché no, magari contribuire alla promozione del nostro patrimonio all'estero». I francesi devono forse prepararsi al ritorno dell'aquila napoleonica a Parigi? Probabilmente no, anche perché lo stesso movimento bonapartista, che ha qualche centinaio di sostenitori, difende l'eredità di Napoleone ma si è convertito agli ideali repubblicani. Da quello che dice, Jean-Christophe sembra proprio un conservatore. Ancora esalta un altro suo parente, Napoleone III, che nell'800 avrebbe favorito l'industrializzazione della Francia, dimenticandosi di ricordare però il disastro militare contro i prussiani. Di sicuro il suo «manifesto politico» sarà di destra, all'insegna dello sciovinismo, sport nazionale. «La Francia deve assolutamente prendere coscienza di quelli che sono i valori universali legati alla propria storia, alla propria cultura», ha sottolineato il principe Napoléon. «Senza identità non può esistere la diversità. Per ciò che mi riguarda mi sento europeo, ma anche molto francese». Per poi ammettere, in un piccolo delirio di onnipotenza: «Mi piacerebbe essere un punto di riferimento stabile all'interno di un clima incerto». di Alessandro Carlini

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