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Toto-nomine sottosegretari: ecco le quote dei partiti

Da Grilli all'Economia al procuratore di Roma alla Giustizia: i candidati e tutte le difficoltà che sta incontrando Monti

Lucia Esposito
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La nomina dei viceministri e dei sottosegretari è uno dei nodi da sciogliere per Monti. I partiti vogliono dire la loro, chiedono una regia politica nella scelta dei nomi. La lista degli aspiranti vice è molto lunga. Tutti si spacciano per tecnici anche se pochissimi lo sono veramente. Udc e Pd sono favorevoli all'ingresso di politici nella squadra del governo, assolutamente contrario il Pdl: che non vuole nemmeno un ex parlamentare. I nomi Per le  25 nomine (più i 5 viceministri) sono arrivate una sessantina di segnalazioni. Dodici poltrone dovrebbero andare a tecnici in quota Pdl, e 13 a Pd e Terzo Polo. Ovviamente le poltrone più contese sono quelle all'Economia e allo Sviluppo. Monti e la sua squadra di tenici si sta rendendo conto quanto sia forte l'impatto con gli ingranaggi del Palazzo. Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, potrebbe entrare nella squadra di governo come Sottosegretario all'Economia ma lui non ha ancora sciolto la riserva. Per la nomina del sottosegretario del Guardasigilli, Paola Severino, è sempre quotato il procuratore di Roma Giovanni Ferrara (che trova l'opposizione dei colleghi magistrati). Certo è che non si vorrebbe alla Giustizia né un avvocato né un notaio perché è in ballo la riforma delle professioni. I nodi Il grande problema per Monti sono anche alcuni ministri che vorrebbero scegliere il loro vice senza alcun condizionamento dei partiti: "Il grande chirurgo, e non il direttore sanitario, sceglie i propri assistenti in sala operatoria..." avrebbe detto il neoministro Lorenzo Ornaghi. Per la poltrona di sottosegretario ai rapporti con il Parlamento il Pd ha candidato Giampaolo D'Andrea, ex sottosegretatio con il secondo governo Prodi) sostenendo che si tratta di una scelta tecnica esattamente come quella del ministro Piero Giarda che è stato sottosegretario anche con Amato e Prodi. per le Telecomunicazioni l'attuale direttore generale dell'Agcom Roberto Viola, è uno dei papabili.  La scelta dovrebbe arrivare lunedì.

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