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Niente gita per i bimbi grassi Preside: sono un peso in viaggio

Per il responsabile di una svuola della provincia di Ragusa gli alunni devono essere atletici per sciare. I genitori: discriminati

Lucia Esposito
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Attenti genitori a non far oziare troppo quei pelandroni dei vostri bimbi, o a infarcirgli troppo le merende con grave danno del loro peso forma, rischiate di farli escludere dalle gite scolastiche. A Pozzallo, in provincia di Ragusa, Orazio Caschetto, preside dell'istituto scolastico “Giuseppe Rogasi” con classi elementari e medie, ha le idee chiare a tal proposito. Organizzando una settimana bianca a metà gennaio sulle nevi di Folgaria, nel Trentino, si è raccomandato con una lettera ai genitori affinché i partecipanti «siano atletici perché diversamente si rischia di rovinare la gita per sé e per il gruppo». Insomma i bambini chiamati all'ardimentosa spedizione nel nord dovranno essere gagliardi e forti, chissà quali terribili prove li attenderanno, neanche fosse l'addestramento dei marines. Pertanto, ribadisce il preside, impermeabile alle critiche di tre consiglieri comunali che hanno denunciato pubblicamente la discriminazione, gli scolari «non atletici», e dunque i ciccioni, i magrolini, gli asmatici o chi soffrisse d'altri disturbi e disabilità che non si sposano con l'igiene della razza, è bene se ne restino a casa in Sicilia. I consiglieri Alessandro Maiolino (Sel), Marco Sudano e Ennio Ammatuna, di due liste civiche, denunciano il caso sull'edizione palermitana di Repubblica, stigmatizzano «un dirigente scolastico, educatore per definizione, che possa permettersi di scrivere certe cose», e preparano un esposto al Ministero dell'Istruzione e alla sovrintendenza scolastica regionale. Non è la prima volta che i tre consiglieri e l'ineffabile preside Caschetto entrano in contrasto, già nel marzo scorso polemizzarono a causa di un alunno disabile che aveva difficoltà a trovare posto nelle aule del “Rogasi” di Pozzallo. Ma quello che più colpisce è la completa, disarmante, buonafede del preside.  Nonostante il suo ruolo di responsabilità nella scuola, dalle sue dichiarazioni emerge la convinzione di aver ragione, perché «non si partecipa a una gara di matematica se si ha insufficienza grave in quella materia», come ha dichiarato. Per lui «uno che sa sciare capisce cosa significa sciare», lasciando immaginare che sia uno sport riservato a chi abbia un fisico bestiale. Più che un preside che si limita a accompagnare bambini e ragazzi, i quali poi avranno la libertà se vogliono di sciare, oziare, prendere lezioni o semplicemente il sole d'alta quota, si sente un istruttore militare. Dice che i suoi alunni «hanno la predisposizione per il mare, ma siccome in geografia studiamo anche la montagna, la scuola ha scelto di fare anche un'esperienza legata agli sport invernali». Non si tratta nemmeno di una vacanza, ma di una spedizione agonistica di cui lui è il capo. Macché bambini spensierati in settimana bianca, questi sono piccoli Spartani guidati da un preside che si sente Leonida, il generale delle Termopili. Auguriamo loro di fare una fine più lieta, di divertirsi sulle piste senza troppi patemi né dannose nevrosi competitive. Non vorremmo che il preside organizzasse delle gare in cui i perdenti subissero l'onta di essere accusati di «non capire cosa significa sciare», forse perché tarati dalla genetica «predisposizione per il mare» o dalle loro insufficienze fisiche. Non è solo una questione di discriminazione da parte di un educatore, già abbastanza grave, ma anche l'insano bisogno di instillare negli scolari questo spirito di sopravvivenza del più adatto, un darwinismo applicato a alunni delle elementari e medie che fa davvero tristezza. Ma il preside non capisce, dice che «chi ha lo stomaco delicato mangia la pizza con meno ingredienti» e altri esempi assurdi basati sull'idea che esistano degli handicappati irrecuperabili e degli eroi muscolosi. L'idea che un ciccione sugli sci si possa divertire insieme ai suoi compagni, e magari prendendo lezioni diventare bravino, non lo sfiora. Al preside ricordiamo che, molto più che una caratteristica fisica, ci sono idee come le sue che squalificano una persona. di Giordano Tedoldi

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