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Stupro e due braccia spezzate per la blogger arrestata al Cairo

Violentata dalle forze di sicurezza per 12 ore Era stata fermata nel corso dei cortei nella capitale: "Mi violavano in 5 o 6 agenti"

Costanza Signorelli
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Arrestata, picchiata e molestata sessulamente. Sono le 12 terribili ore in cui Mona El-Tahawy, una blogger egiziana ma residente negli Stati Uniti, è stata trattenuta dalla polizia al Cairo. La colpa della donna? Essere al Cairo per seguire le proteste e poi raccontare quanto sta accadendo in questi giorni in Piazza Tahrir. "Le notizie della detenzione di @monaeltahawy e @pangeaworld (un'altra giornalista americana, ndr) sono molto preoccupanti. L'ambasciata Usa al Cairo sta contattando le autorità". Così, il sito ufficiale del dipartimento di Stato su Twitter ha scitto giovedì, dopo la scomparsa della giornalista. E' stata la stessa Mona poi giovedì mattina ha dar notizie di sè: "Sono libera", ha scritto sul social network. Poi il racconto delle violenze fisiche e delle molestie sessuali subite durante la detenzione durata oltre 12 ore. "In cinque o sei mi hanno circondata, mi hanno messo le mani addosso e sul seno, mi hanno afferrato per la zona dei genitali e ho perso il conto di quante mani hanno cercato di infilarsi nei miei pantaloni. Le ultime 12 ore -spiega poi la blogger - sono state dolorose e surreali, ma so che ne sono uscita molto più facilmente di molti altri egiziani. Dio solo sa cosa sarebbe accaduto se non avessi la doppia cittadinanza". Nonostante il dramma, però, El Tahawy non ha dimenticato la ragione della sua presenza al Cairo e la volontà di raccontare le verità scoperte in quei giorni: "Per tutto il tempo pensavo all'articolo che avrei scritto…".

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