Berlusconi è pronto al rientro Vede Aznar e pensa al Ppe
Silvio: Sarò l'imprenditore politco del Pdl e il 'padre nobile' di una costituente moderata. Io? Più elegante di Monti"
Silvio Berlusconi rientra a Roma di giovedì e si rende conto di una cosa: è un lusso che non può permettersi. Ha mollato un attimino la presa - impegnato a Milano tra famiglia, aziende, processi e stadio - e al ritorno si ritrova il partito in preda agli scontri. Due le questioni che fanno litigare: il sostegno al governo Monti (con la delicata partita dei sottosegretari affrontata da un vertice notturno “segreto” tra Monti, Alfano, Cesa e Bersani) e la stagione congressuale alle porte. Berlusconi sta delegando via via le vicende organizzative al segretario del Pdl, ma non può smettere di esercitare la sua leadership. Non ancora. A pranzo, nella sua residenza-ufficio di Palazzo Grazioli, Silvio ospita i vertici del Pdl. La ferita tra fazioni (gli “elezioni subito” e i “forza Monti”) ancora brucia. E si sposta sul terreno dei contenuti. Gli ex An, rappresentati da La Russa e Gasparri, temono le misure contenute nella manovra che ha in testa il presidente del Consiglio. Il ritorno all'Ici (che si chiamerà Imu) e il raddoppio degli estimi catastali, tanto per cominciare. «E noi dovremmo votare questa roba qui?» Silvio? Invita tutti alla calma. Fa presente che, durante il vertice a tre con Merkel e Sarkozy, Monti si è limitato entro il perimetro della lettera all'Ue spedita dal suo governo: «La cancelliera tedesca ha parlato di misure impressionanti. Bah... Al momento a me sembra che non ci sia nulla di nuovo. Aspettiamo». Certo, a Berlusconi ha dato non poco fastidio il fatto che adesso il governo italiano, guidato da Monti, sieda nel direttorio che guida l'Europa. Che partecipi ai tavoli che contano. Dura un attimo. Il Cavaliere assapora anche la leggerezza di non avere più responsabilità di governo divenute insostenibili nelle ultime settimane: «Ora sto bene», confida, gioiendo nel constatare che la morsa dei media s'è attenuata: «Adesso i giornali mi attaccano di meno». È offeso dai paragoni, questo sì. «Monti è bravo», gonfia il petto, «ma io sono il migliore». Eppoi Berlusconi non accetta lezioni di stile. Dicono che il nuovo premier sia sobrio e composto, mentre lui sguaiato e casinista. «Sono una persona elegante, io», il resto sono chiacchiere. Berlusconi riflette anche sul suo rientro in scena. Ha annunciato che sarà l'imprenditore politico del Pdl e il «padre nobile» della costituente moderata che intende lanciare da qui a brevissimo. Silvio ieri ha ricevuto Josè Maria Aznar a Palazzo Grazioli e sarà a Marsiglia il 7 e 8 dicembre, invitato tra i leader politici che interverranno al congresso del Partito popolare europeo. In quella sede ci saranno tutti i protagonisti di quella che fu il Polo delle Libertà: Casini per l'Udc e Fini, all'esordio nella famiglia del popolarismo europeo, per Fli. Torneranno a parlarsi? Nel frattempo il Cavaliere ha un altro appuntamento in agenda. Parlerà domani a Verona, alla convention dei popolari liberali di Carlo Giovanardi: la prima uscita da ex presidente del Consiglio. di Salvatre Dama