Cosa si sono detti nel vertice Monti, Alfano, Bersani, Casini
Un incontro tenuto segreto: sul tavolo la nomina dei sottosegretari e le "misure impressionanti" di cui il premier ha parlato a Bruxelles
Un vertice tenuto segretissimo tra Monti, Alfano, Casini e Bersani dettato dall'esigenza di fare il punto tutti insieme. Un vertice che tutti i protagnisti hanno smentito. Sul tavolo due nodi cruciali: la nomina dei sottosegretari e dei vice-ministri su cui i politici non vogliono lasciare carta bianca a Monti e poi il viaggio dello stesso Monti in Europa. Le parole della Cancelliera tedesca che ha definito "impressionanti" le misure che Monti intende adottare, hanno creato grande agitazione a Roma: di quali misure stiamo parlando, s'interrogano i politici?. Il vertice segreto - Per quel che riguarda il vertice tra il premier e i leader di partito c'è chi sostiene che, in verità, si sia discusso soltanto della questione sottosegretari. L'incontro pare sia avvenuto a Palazzo Chigi: presente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà che separatamente avrebbe incontrato Alfano, Casini e Bersani. Eppure, ufficiosamente, sia dal Pdl sia dal Pd e dall'Udc, in molti accreditano l'ipotesi di un vero e proprio vertice a quattro con i tre leaders e Mario Monti. Nonostante le dichiarazioni di facciata sul fatto che di summit con i segretari di partito non servono, sembra così aver prevalso la necessità di fare un punto tutti insieme: la prudenza delle logiche di partito sarebbe così stata spazzata via. Paura della stangata - Dai vertici sarebbero arrivate richieste ben precise, in particolare sulla creazione di una cabina di regia parlamentare, ma i partiti chiedono anche consultazioni ai massimi livelli. Le indiscrezioni sono state fatte filtrare da luogotenenti della nuova maggioranza. Il punto è che, come detto, le parole della Merkel che ha ventilato misure impressionanti fanno paura all'Italia e alle forze politiche, che vogliono capire che cosa attende il Paese e alzano il pressing su Mario Monti. In questo scenario cresce anche il malumore di Silvio Berlusconi, che ha preso decisamente male il modo in cui gli alleati trattano il Prof Monti rispetto alle "bastonate" che gli hanno inflitto soprattutto negli ultimi tempi. "E dire che il premier è andato a presentare i provvedimenti che aveva predisposto il mio governo...". Super Mario, insomma, cammina sulla uova...