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Trattativa Stato-Mafia. Indagato Dell'Utri. Lui: "E' allucinante"

Secondo i magistrati tra il '92 e il '94 avrebbe svolto un ruolo nella trattativa con i boss. Il senatore: "Pestano acqua nel mortaio"

Nicoletta Orlandi Posti
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Un altro nome eccellente nell'indagine sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia subito dopo le stragi del '92. La Procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati il senatore Marcello Dell'Utri accusato di violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario. La notizia viene confermata da ambienti giudiziari. Dell'Utri è indagato insieme con altri uomini delle istituzioni come il generale dei carabinieri Mario Mori e l'ufficiale Giuseppe De Donno. Secondo i magistrati della Dda di Palermo Dell'Utri tra il '92 e il '94 avrebbe svolto un ruolo nella trattativa tra lo Stato e i boss per fare cessare le stragi mafiose. Dell'Utri è stato condannato in secondo grado a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. A tirarlo in ballo sono diversi pentiti, tra cui l'ultimo, Stefano Lo Verso, ma anche Giovanni Brusca, l'uomo che premette il telecomando che fece saltare in aria il tritolo che uccise a Capaci il giudice Giovanni Falcone. Anche Vito Ciancimino, secondo quanto raccontato dal figlio Massimo Ciancimino in udienza, avrebbe indicato Dell'Utri come colui che lo avrebbe sostituito nella conduzione della trattativa che sarebbe partita dopo la strage di Capaci. La reazione - Ma il senatore non ci sta.  "Io indagato per la trattativa tra lo Stato e Cosa nostra? E' veramente allucinante". Per Dell'Utri "la Procura di   Palermo ha fatto una grande insalata russa per   quanto mi riguarda i magistati stanno pestando l'acqua nel mortaio". E sui collaboratori che lo accusano tra cui Stefano Lo Verso e   il dichiarante Massimo Ciancimino, dice: "Assurdità. E' una cosa   inesistente solo a pensarla. Tutta questa vicenda è veramente   allucinante".

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