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Il divorzio da incubo di Sereni: la moglie lo accusa di pedofilia

L'ex portiere di Lazio e Torino in guerra con la compagna per la separazione, Lei attacca: ha abusato della figlia di 8 anni

Giulio Bucchi
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Matteo Sereni, mani come badili, faccia da cinema, approccio muscolare alla vita, non è mai stato un tipo facile. Parmigiano, classe '75, roccia delle porte pallonate, ex estremo difensore -muscolare alla Peruzzi- di Sampdoria, Lazio, Torino e Brescia, Sereni oggi sta giocando la sua partita più difficile. La Procura di Genova sta  indagando su di lui per presunti abusi sulla figlia Giorgia, di 8 anni. Secondo Secolo XIX e Corriere Mercantile, il fascicolo è stato affidato alla squadra mobile genovese, guidata da Fausto Lamparelli. Choc terribile - L'impianto accusatorio al momento si basa su un'accusa feroce della moglie del portiere Silvia Cantoro (che di Sereni fu la procuratrice). L'accusa è uno choc, è la più tremenda per un padre: un macigno che potrebbe avere strascichi psicologici oltre che penale. L'avvocato del calciatore, Massimo Boggi, lo difende: «Sono accuse infondate, esiste già la consulenza di un perito d'ufficio che ha escluso ogni tipo di abuso». La Cantoro, invece si rinchiude nel dramma e si dice «profondamente addolorata per quello che mi sta accadendo. Non si tratta certo di una banale lite fra due ex coniugi, c'è in ballo la salute e la serenità di due bambini». E qui la storia s'aggroviglia. Sicuramente Sereni non è mai stato un tipo facile - ricordano gli avversari -: essendo figlio della “destrissima” scuola Lazio, nonostante le squadre e le città cambiate come pedalini, pare abbia sempre continuato a dormire con il busto di Mussolini sulla testiera del letto. Ha fama di rissoso, è ispido, fisicamente sembra un Grizzly. Ma da qui all'abuso sessuale della propria bambina, il passo è molto lungo. Le prime avvisaglie di questa vicenda d'una tristezza infinita erano iniziate alcuni mesi fa. Quando la piccola Giorgia aveva iniziato a fare alcuni accenni che potevano far pensare a delle molestie. Riferimenti vaghi, frasi accartocciate, gesti vacui. Roba che all'inizio non era stata presa seriamente. Dopo un primo confronto, un perito nominato dal tribunale aveva escluso che dietro nel racconto infantile potesse esserci qualcosa di fondato. E quest'elemento aveva portato il giudice per le indagini preliminari Silvia Carpanini a rigettare una prima richiesta di incidente probatorio. Dopo, però, gli episodi raccontati sarebbero diventati più precisi e i cambiamenti nel comportamento della presunta vittima avrebbero spinto la Procura ad aprire il  procedimento penale, per fare chiarezza sulla situazione. Naturalmente, come si verifica in tutte le storie di coppie che scoppiano qualcuno sostiene che alla base della storia ci sia la vendetta dell'ex moglie. Non è un mistero che il calciatore sia stato sia al centro d'una separazione sofferta. Un evento drammatico che l'ha fin spinto, nel settembre 2010, a sfogarsi davanti alle telecamere dopo una vittoria della sua squadra, all'epoca il Brescia. Le strade della cronaca, oggi dunque, per Sereni, si biforcano: da un lato la tragedia macchiata dalle peggiori nefandezze, dall'altro il complotto, la montatura che coinvolge più mondi (calcio, giustizia, il gossip più sfrenato dei fan). Su Youtube e nei forum calcistici in questi momenti la notizia corre impazzita. Ipotesi vendetta - Sereni sul campo era considerato uno specialista nel parare i rigori. In un Torino-Siena del 23 settembre 2007 riuscì a neutralizzare due rigori all'attaccante Maccarone. Sereni, dal dischetto, ha sempre sfidato gli avversari sul piano psicologico. Ora al posto del pallone c'è lui. Il momento della verità, per le indagini, arriverà solo dopo il pronunciamento dei magistrati sull'interrogatorio, tra due settimane. Comunque vada a rimetterci sarà sempre la bambina. di Arturo Bandini

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