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Giudice Grisolia va al ministero: processo 'ndrangheta da rifare

Magistrato nominato dalla Severino. Ora si riparte da zero per la vicenda della pentita sciolta nell'acido. E si rischia la scarcerazionegli imputati

Costanza Signorelli
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Paola Sevarino, neo ministro di Grazia e Giustizia ha nominato il suo capo gabinetto. Sarà Filippo Grisolia, il presidente della Corte d'assise. Un magistrato stimato, una nomina ilustre. Ma con una macchia davvero indelebile. Ovvero. Il processo per l'omicidio di Lea Garofalo, 35 anni, firmato dall 'ndrangheta, dovrà ricominciare da capo . E c'è il rischio concreto che a luglio vengano scarcerati per scadenza di termini di custodia tutti gli imputati accusati di aver sciolto nell'acido l' ex collaboratrice di giustizia nel novembre 2009. Questo come diretta conseguenza della nomina politica del magistrato Grisolia. Sciolta nell'acido - Iniziato il 6 luglio di fronte ai giudici della prima sezione della Corte d'assise, ha visto solo quattro udienze il processo nel quale devono rispondere di sequestro di persona e omicidio Carlo Cosco, compagno della Garofalo fino al 1996 e altre cinque persone, tra cui l'ex fidanzato di Denise, la figlia 19enne della coppia che si è costituita parte civile anche contro il padre. I sei imputati furono arrestati nell'ottobre scorso e sono ritenuti vicini alla criminalità organizzata calabrese. Tutto da capo - Ora, cosa implica la nomina di Grisolia? All'interno del processo comporta la necessaria sostituzione nel collegio giudicante, presieduto nell'udienza di ieri  dal giudice Piero Gamacchio. Così, quando ieri il pm incaricato Marcello Tatangelo ha chiesto agli avvocati di parte il consenso a mantenere l'efficacia delle prove e degli atti completati fino ad ora, la risposta è stata negativa. Detto in atre parole, la sostituzione di Grisolia comporta che il processo per l'omicidio firmato dall'ndranghetà dovrà ripartire da capo. Nuova convocazione di tutti i testimoni, nuovo interrogatorio degli stessi da parte dell'accusa ed anche della difesa. Insomma tutto da rifare. Ma la cosa davvero grave è che la ripetizione da capo del lavoro già fatto renderà pressochè impossibile la celebrazione della sentenza entro luglio 2012, questo significa che scadranno i termini di custodia cautelare e gli imputati dovranno essere scarcerati.

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