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De Magistris strapaga Vecchioni 220mila euro per... non cantare

Il sindaco manettaro sceglie il cantautore milanese per il Forum delle Culture. Poi Roberto si difende: "Mia immagine costa"

Giulio Bucchi
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C'è anche un pizzico di inconsapevole “montismo” nella polemica scatenatasi a Napoli per il compenso di Roberto Vecchioni in qualità di presidente del Forum delle Culture 2013. A sentire Matteo Orfini, responsabile nazionale per le politiche culturali del Partito Democratico - di rito dalemiano -, sarebbe «opportuno adeguare il tutto al nuovo clima di sobrietà» anche se la decisione «sul cachet del cantautore non spetta al sindaco». Cioè a De Magistris. Che invece è stato colui il quale, nell'ambito dei propri poteri, ha voluto fortemente l'artista milanese al vertice della struttura che dovrà gestire l'evento internazionale previsto a partire da aprile 2013. Un appuntamento del quale si parla da anni e di cui, paradossalmente, i napoletani sanno poco o nulla: c'è perfino chi, rispondendo alle domande di un sondaggio, l'ha scambiato per un programma tv o addirittura per un quotidiano. I 220mila euro (annui) non rappresentano ancora la cifra ufficiale assegnata a Vecchioni ma è esattamente la somma da lui richiesta nella prima riunione del consiglio di amministrazione del Forum, riunitosi appena cinque giorni fa. Si può immaginare che la discussione preliminare potrebbe essere stata più o meno questa: «Quanto ci spetta?». Tra il ‘professore' (eccolo che ritorna il “montismo”) che fa il presidente, e il direttore generale Francesco Caruso, se ne andranno i primi 330mila euro all'anno, mentre degli altri membri del cda e del comitato scientifico, equamente divisi tra Regione e Comune, ancora non si conosce il compenso. Almeno sin qui. Cifre importanti, specie in un periodo come questo, dinanzi alle quali ognuno si sente legittimato a parlare in nome della «gente che ha difficoltà ad arrivare a fine mese». In ogni caso una sorta di rivolta bipartisan è immediatamente scattata appena la notizia si è diffusa: dalla stessa Regione Campania (partner nel Forum) al leader dell'opposizione di centrodestra in Comune Gianni Lettieri, passando per il Pd. Dal canto suo Roberto Vecchioni non smentisce e, in una sdraiatissima intervista rilasciata al Mattino, manifesta  una certa irritazione «per il fatto che una discussione interna al cda sia immediatamente diventata di dominio pubblico». Succede nelle procure, figuriamoci in un cda, per giunta napoletano. Ad ogni buon conto, dice il cantautore già girotondino, «si tratta di una prima richiesta e sono anche disposto a modificarla: ma a questo punto voglio ritagliarmi spazi per la mia attività perché, stando a Napoli tutti i giorni fino al 2013, dovrò rinunciare a tre anni di lavoro». Su questo, nessuno avrebbe da ridire in linea di principio. Vecchioni, se tutto andrà in questo modo, incasserà 70mila euro (lo stesso del predecessore, il bassoliniano Nicola Oddati, silurato dal sindaco) più altri 150mila come diritti di immagine: quel che è certo è che lui, rivoluzione o no, non sembra avere alcuna intenzione di rimetterci del suo. Comprensibile. L'aspetto divertente, se così si può dire, di tutta la vicenda è stato però fornito dalle dichiarazioni di De Magistris. Sostenendo che «le cose non stanno come si dice» e che a «Vecchioni va riconosciuto un compenso adeguato», il sindaco di Napoli ha sciorinato il proprio formulario tradizionale, agitato sin dai tempi in cui si divideva tra Anno Zero e la procura di Catanzaro e buono per ogni occasione, soprattutto per quelle che non vanno per il verso giusto: «È stata una scelta anti-casta e anti-partitocratica (sic!) per impedire che del Forum si facesse qualcos'altro, c'è chi vuol fermare questa rivoluzione». Nientedimeno. di Peppe Rinaldi

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