Stupra e brucia viva una 13enne L'assassino ha soltanto 17 anni
La storia orribile in Francia, nell'Alta Loira. Il ragazzino aveva già violentato un anno fa. La rabbia dei genitori della vittima
Nell'agosto del 2010 aveva già stuprato un ragazzina del piccolo paese in cui viveva con la famiglia, nel sud della Francia: fu arrestato e rinchiuso in un carcere per quattro mesi. Dopo poco più di un anno, in questo caso si trovava a Chambon sur Lignon, nella zona dell'Alta Loira, lo ha rifatto ma ha anche ucciso. La Francia è sotto choc, perché la vittima è giovanissima. Si chiamava Agnes Marin, ha 13 anni, ed è stata violentata e ammazzata, spiega il procuratore che indaga sul caso, "in maniera estremamente violenta e brutale". La bambina, dopo la violenza, è stata data alle fiamme. A rendere il tutto più sconvolgente l'età dell'aggressore: ha 17 anni, e all'epoca del primo stupro ne aveva 16. L'assassino ha confessato - La terribile storia risale alla scorsa settimana: lo scorso mercoledì Agnès era scomparsa, e dari referti medici risulta essere stata uccisa il giorno stesso. Era stata attirata nel bosco del 17enne Mathieu, e dopo la violenza è stata uccisa. Il corpo è stato ritrovato per la confessione dell'aggressore, messo alle strette dagli investigatori. Secondo gli inquirenti il gesto, inoltre, era premeditato: il ragazzino era "in possesso di oggetti" forse utilizzati per interferire sul corpo della ragazza. La rabbia dei genitori - In Francia infuriano le polemiche. Mathieu, infatti, si trovava nell'Alta Loira perché era stato accettato in una scuola, un collegio semi-privato. La madre della vittima, Paola Marin, grida di dolore: "E' assurdo, poteva essere evitato tutto quanto con un po' meno di negligenza". Philippe Bauwens, il preside dell'esclusiva struttura scolastica - la retta è di 12mila euro l'anno - è nel mirino per aver accettato l'iscrizione dell'assassino nonostante i precedenti. "Sapevo che era stato in carcere - ha spiegato il preside alla stampa francese - e per questo volevo dargli una possibilità, ma non sapevo di quali reati si fosse reso responsabile". Peccato che la giustificazione di Bauwens sia stata subito smentita dal procuratore di Clermont-Ferrand, Jean-Yves Coquillat: "L'istituto ha accolto il ragazzo in piena conoscenza dei fatti e dopo il rifiuti di altre scuole. C'è una lettera che lo dimistra. E' stato il padre - ha aggiunto - a mobilitarsi per cercare un istituto che lo accettasse mentre Mathieu era ancora in carcere".