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Silvio: Se ci tassa troppo rischia di cadere

Berlusconi avverte il premier: "La luna di miele con il Belpaese terminerà". Berlusconi pensa al Milan e non dimentica la politica

Costanza Signorelli
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Nella devastante desolazione del Transatlantico, la scena, a fine pomeriggio, è tutta per un gruppetto di suore e frati che si affacciano curiosi sotto le navate del corridoio più famoso di Montecitorio. Uno pensa, facendo due più due: Mario Monti, il governo “fede&finanza” ed ecco le tonache che si aggirano per il Palazzo. Lineare, no? Sbagliato, invece: in coda al gruppo sbuca Antonio Martino, anima liberale del Pdl, già tessera numero 2 di Forza Italia. Nella comitiva c'è anche sua figlia, spiega. E con Rocco Buttiglione, che si è avvicinato per salutare, scherza: «Sarò anche un mangiapreti, ma non mangio suore!». Risate. Nel suo intervento a Bruxelles Mario Monti ha gettato la maschera: si ispira alla politica di Silvio Berlusconi. Leggi l'articolo Nessuna fretta - Lunedì, quinto giorno del governo Monti: i professori lavorano a Palazzo Chigi, i politici latitano, Berlusconi è ad Arcore.  Pranza con i figli e con i vertici delle aziende di famiglia, come consuetudine di questi anni. Ma la consuetudine finisce qui: sulla pista non c'è l'Airbus di Stato che lo attende per riportarlo a Roma in serata. Nessuna fretta. Perché il Cavaliere sarà di ritorno nella capitale, ma non prima di giovedì. Domani sera a San Siro c'è la Champions  e l'ex premier vuole gustarsi Milan-Barcellona dal vivo. Era un po' che mancava dalla sua poltrona in tribuna: problemi di sicurezza, ma anche la voglia di non esporsi al rischio di contestazioni politiche. "Ora sto bene" - Ora è tutto alle spalle. Agli amici che gli hanno chiesto se non sentisse la nostalgia del cuoio e degli arazzi di Palazzo Chigi, Berlusconi ha risposto di netto: «Francamente devo dire di no». Vero: orgoglioso com'è, gli deve essere costato un patrimonio pronunciare quella parola («Dimissioni») ma, smaltita la delusione, adesso Silvio guarda agli aspetti positivi del passo indietro. Con la poltrona da presidente del Consiglio è svanito tutto il portato di rotture di balle connesso alla carica: vertici di maggioranza, rincorsa al peone, superministri capricciosi. «Ora tocca a Monti, facciamo lavorare lui», dice Berlusconi, ricordando che «il Pdl ha la golden share», è il socio determinante nella coalizione trasversale che appoggia il governo. Ogni decisione importante dovrà avere il suo benestare. "Il migliore" - Secondo Silvio questo è il momento delle percezioni falsate. Il popolo ripone grandi attese nella squadra dei professori, ma «quando inizieranno a mettere le mani nelle tasche degli italiani con nuove tasse, attireranno l'ira della gente». Viceversa, «si renderanno conto che io sono stato il miglior premier che l'Italia potesse avere in questo momento». Il rosso fisso della Borsa, lo spread e  i rendimenti sui titoli di Stato che rimangono alti: anche ieri i mercati finanziari hanno offerto occasione a Berlusconi per rimarcare che non era lui il problema. Ansia e processi - Una rinvincita personale che tuttavia  non lo fa sorridere: con i listini crollano anche i titoli del suo gruppo, le aziende di famiglia perdono valore. Berlusconi è preoccupato. Ed è in ansia anche per i processi. Le dimissioni da presidente del Consiglio non hanno depotenziato quella che lui chiama «l'aggressione giudiziaria». Niccolò Ghedini, legale berlusconiano, ieri ha definito «tesi ardita» la decisione del tribunale di Milano di ritenere le ragazze che hanno partecipato alle cene di Arcore come parti offese. Tesi ardita e «contraria all'interpretazione della legge». Per il Cavaliere è una nuova dimostrazione che le toghe milanesi «non perseguono  la verità, ma obiettivi politici». In ogni caso l'ex premier, assicura Ghedini, non si sottrae: «Verrà ad assistere quando ci saranno udienze che meritano la sua presenza». Cosa che potrebbe succedere domani. Effetto-statuetta - Intanto a Roma lo attende un partito in agitazione. Per l'appoggio al governo tecnico, per la vicenda dei sottosegretari, per l'avvio della stagione congressuale. Unica nota positiva sono i sondaggi. La permanenza di Berlusconi a Palazzo Chigi era come una maledizione voodoo per il Pdl. Dopo le dimissioni, è tornato a crescere: è al 28 per cento, dopo aver toccato il minimo storico, il 26. Secondo Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, il rimbalzo è l'effetto collaterale dei festeggiamenti per la caduta del Cavaliere: «L'elettorato moderato è sì critico, ma protettivo verso Berlusconi». I caroselli davanti a Palazzo Grazioli hanno risvegliato l'orgoglio degli elettori di centrodestra. Si è ripetuto un po' l'effetto-statuetta, l'onda emozionale del dopo aggressione in piazza Duomo.  Berlusconi, per il rientro, si è posto una serie di missioni: «Dare vita al governo ombra», magari trovandogli un nome migliore («Perché questo non mi piace»); vagliare la lista dei sottosegretari («Tutta tecnica, non voglio tensioni nel Pdl per i posti»); lavorare alla «organizzazione del partito in vista della campagna elettorale» e tessere nuove  alleanze ( «So come tentare Casini») senza perdersi per strada la Lega. Bossi ha ricevuto Tremonti a via Bellerio durante il pomeriggio. Ma in serata niente cena di Arcore, quelle solite del lunedì.   di Salvatore Dama

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