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VecchiPoteri Il ritratto del superministro Passera: l'anti-sessantotto che veste Prada

Il cattolico Passera: due famiglie, quattro vite lavorative e la vocazione del mediatore. Ecco chi è l'ex banchiere

Costanza Signorelli
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La nomina del ministro delle Pari Opportunità e del Welfare, Elsa Fornero, è stata accolta come un un positivo salto culturale e da gran parte della stampa e come un segno concreto di meritocrazia del nuovo governo.  Eppure, tale nomina nasconde interessi ben più terra a terra delle nobilissime politiche sulla parità dell'universo femminile. Affari così concreti da assomigliare incrediblmente, fin quasi a confondersi, ad un vero è proprio conflitto d'interessi.  Leggi l'articolo: L'Intesa tra Passera e la Fornero. Ecco il conflitto di interessi Di seguito l'articolo di Nino Sunseri Ecumenico. Questa è, probabilmente, la definizione che meglio identifica Corrado Passera, 57 anni, comasco. Quell'ecumenismo che gli consente di partecipare al convegno di Todi benendetto dal cardinal Bertone così come alle convention di Publitalia care a Silvio Berlusconi. Non a caso Fedele Confalonieri qualche volta ha cullato l'idea di averlo in squadra. Partecipa volentieri ai seminari molto esclusivi dell'Opus Dei ed è ospite fisso dalla kermesse, ormai diventata nazional-popolare organizzata da Ambrosetti. A Villa d'Este, nel primo week end di settembre, imprenditori e grande finanza riordinano  l'agenda  dell'economia (e soprattutto della politica) per l'anno successivo. Un appuntamento da non mancare per annusare il futuro. Corrado Passera è da meno di una settimana ministro della Repubblica. Una delega molto pesante la sua. La più importante dopo quella di Mario Monti. La sola che lo ha convinto a lasciare, dopo quasi dieci anni, il posto di amministratore delegato di Banca Intesa. La più importante banca italiana. E' ministro dello Sviluppo, Infrastrutture, Telecomunicazioni che tanto per dirla semplice significa avere il diritto di ragionare anche di Rai e, soprattutto di Mediaset. Voleva fare il medico - E del suo ecumenismo Passera avrà bisogno per muoversi in quei palazzi romani che i banchieri milanesi, un tempo, si rifiutavano ostinatamente e snobisticamente di frequentare. Enrico Cuccia andava poco nella capitale. Frequentava Ugo La Malfa e Bruno Visentini. Quando ne ha avuto bisogno ha fatto arrivare la politica a casa nominando Antonio Maccanico presidente di Mediobanca. Altri tempi. Il banchiere, da pochi giorni diventato ex,  alla politica pensava da tempo. In un crescendo che, in estate è diventato incontenibile. C'è stata la cena con Carlo De Benedetti, Giovanni Bazoli e Mario Monti che, secondo la voce ricorrente, ha segnato il destino di Berlusconi. Ma soprattutto il rapporto diretto con il presidente Napolitano. La leggenda racconta di un'intesa diventata di cemento pochi mesi fa quando, al Quirinale è stato recapitata una memoria con il piano di sviluppo delle infrastrutture in Italia. Passera presentava il programma del suo ministero. Un patto fra gentiluomini che, al momento di preparare la lista, ha dato qualche segno di incertezza. Corrado, raccontano i pettegolezzi, avrebbe gradito anche la delega sul Turismo considerandolo un fattore indispensibile al menù dello sviluppo. Il petrolio d'Italia. La risorsa  che non può essere delocalizzata. Ha atteso nel suo ufficio di Milano, nella vecchia Ca' de Sass le ultime definizioni. Poi è partito ugualmente. A vincere le resistenze, a quanto pare, l'ultima chiamata dal Quirnale. Ad unirli anche la passione per il “made in Italy”. Per gli accessori di Prada (di cui Intesa è stata a lungo azionista). Ma anche per le auto italiane. Nei garage di Intesa, accanto alle immancabili berline tedesche, è ancora possibile vedere qualche Thesis d'annata. L'ammiraglia Lancia che, fuori corso da due anni, è stata rilanciata da Mario Monti come auto blu di Stato. Una passione per il “made in Italy” che Passera coltiva anche nell'abbigliamento. Delusione bocconi - E così il 16 novembre è cominciata la quarta vita di Corrado. Quella del politico a tempo pieno  che arriva dopo quella di manager industriale, risanatore delle Poste, e infine banchiere. E dire che da piccolo voleva fare il medico condotto sulle orme del nonno a visitare gratuitamente i malati poveri. Certamente l'eredità dell'educazione borghese fortemente attraversata dai valori cattolici. A fargli cambiare idea è il Sessantotto vissuto in posizione controcorrente: se partecipa alle ansie di rinnovamento, non condivide l'atteggiamento dei distruttori, degli anti-tutto. In ripetute interviste, spiegherà di aver patito una cocente delusione alla Bocconi (laurea nel 1977), quando i professori accettarono la  logica inquinante del «18 politico». Essendo convinto che  indipendentemente dall'ideologia il mondo sia diviso tra  bravi e meno bravi. Sconcertato dalla decadenza dei costumi meritocratici, va a Filadelfia. Al rientro, per un lustro, si fa le ossa alla McKinsey palestra di una intera generazione di super-manager. A cominciare da Alessandro Profumo che, per diversi anni gli contenderà lo scettro di capo assoluto nell'Olimpo dei banchieri. A differenza di altri giovani in carriera(da Matteo Arpe a Gerardo Braggiotti), il giovane Corrado, tornato dagli Usa  rifiuta l'invito di Enrico Cuccia ad entrare in Mediobanca. A trent'anni (1984) cede al corteggiamento di Carlo De Benedetti. Direttore alla Cir, alla Mondadori, vicepresidente del Credito Romagnolo, amministratore delegato della Olivetti, in una girandola d'incarichi. Al Romagnolo è protagonista della prima opa italiana nel settore bancario contendendo il controllo dell'istituto bolognese alla Fiat di Cesare Romiti che, da quel giorno, ha smesso di amarlo.  L'Ingegnere lo stima e oggi sicuramente è convinto di aver piazzato un asso sul tavolo del nuovo governo. La fine della guerra di Segrate tra Cir e Fininvest nel 1989 è merito di Corrado che trova l'accordo con Giuseppe Ciarrapico, il mediatore mandato direttamente da Andreotti.  L'album di famiglia ritrae una delle poche strette di mano fra De Benedetti e Berlusconi. Il “ripulitore” - Anche Giovanni Bazoli lo apprezza. L'Ingegnere ed il Professore, da sempre in stretta amicizia, se lo scambiano e oggi ne battezzano la discesa in campo. Prima esperienza all'Ambroveneto, con l'incarico di mettere in ordine i conti e sfoltire gli organici. Corrado verrà soprannominato “Il ripuliture”. Tuttavia qualcosa si rompe se, al momento di chiudere la fusione con la Cariplo il Professore punta di Carlo Salvatori. Una rottura che si dimostrerà temporanea. Al momento, però, dolorosa. Non a caso Corrado pensa di mettersi in proprio organizzando una sua “boutique” della finanza. Romano Prodi, con il quale ha avuto rapporti d'affari (ai tempi della Sme) e di idee (attraverso il Mulino) lo convoca. È il febbraio 1998. Col premier, c'è Carlo Azeglio Ciampi. Da “ripulire” ci sono le Poste Italiane. E' il suo capolavoro. Lo favorisce la fortuna perchè l'Unione europea ritarda il progetto di liberalizzazione del servizio di recapito.  Trova l'intesa con i sindacati (seppure pagata a gran prezzo) che gli consente di mandare a casa ventimila persone. Ma soprattutto inventa Bancoposta. Il suo gioiello. Bazoli lo richiama, per la sistemazione del Gruppo Intesa. La fusione con Cariplo è stata di difficile digestione. I francesi di Credit Agricole hanno imposto come amministratore delegato Christian Merle. La banca zoppica. Sparisce il dividendo. Il “ripulitore” porterà l'istituto all'abbraccio con con il Sanpaolo di Torino. L'operazione è voluta da Romano Prodi e da Giovanni Bazoli. Laddove il Professore regna, Corrado governa. E politicamente? Le simpatie per il Partito Democratico sono dichiarate. Si fa vedere al “gazebo” per le primarie che incoronano Prodi. Un'inclinazione che non gli impedisce di collaborare con Berlusconi, a mano a mano che il prodismo mostra la corda. Gestisce con grande soddisfazione del Cavaliere (un po' meno di Bazoli), il salvataggio e la privatizzazione di Alitalia. Banchiere o Gattopardo? La quarta vita sarà il momento della verità Accompagnato anche da grandi mutamenti sul piano personale. A maggio ha sposato Giovanna Salza che gli ha già dato una figlia e ora aspetta il secondo. Per lei ha lasciato Cecilia, l'amore dei vent'anni da cui ha avuto due figli. Con Giovanna e la piccola Luce ha festeggiato la nomina. La moglie abita a Roma e non si è mai voluta spostare a Milano. Gossip balneare - Il servizio fotografico dell'anno scorso sui settimanali di gossip ha rappresentato certamente una novità assoluta per un banchiere. Segno che, probabilmente, già allora pensava di cambiare mestiere. Un mutamento che è anche di abitudini. Le vacanze a Sabaudia invece che in montagna. D'altronde la spiaggia è molto più adatta per i bambini. La piccola Luce che va per i due anni. Il maschio in arrivo.  Certo di banchieri «privati» e «puri» che hanno scelto la politica  v'è scarsa e non fausta memoria. Semmai il contrario: il mitico Raffaele Mattioli, nel '44, s'immaginò ministro di un governo di emergenza nazionale, ma presto tornò sui propri passi. Cuccia sosteneva che per un banchiere «prestarsi alla politica» costituisse una perdita di status.  Lo dimostrò Giordano Dell'Amore della Cariplo, che si fece irretire da Fanfani. Controprova: lo stesso Giovanni Bazoli, ripetutamente sollecitato, ha declinato l'invito. Forse non immemore di una massima di Mattioli: «I politici passano, i banchieri proseguono…». Non a caso contro Corrado è già cominciato il fuoco di sbarramento. Come ministro delle Infrastrutture si troverà a gestiore partite delicate: Alitalia, per esempio, o Telecom, per non parlare del sistema auostradale. Tutte attività in cui Banca Intesa è pesantemente coinvolta. Quando Passera dovrà scegliere che farà? Guarderà l'interesse nazionale o avrà memoria  della sua ex banca? Il fatto che a ricordare questa presunta ambiguità sia stato anche il “Corriere della Sera” conferma che l'erba è piena di serpenti. di Nino Sunseri

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