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Tra Sortino e Santoro è guerra: "Attentati bufala". "Disonorato"

Ripetitori bruciati dagli indignados coccolati a Servizio Pubblico. Lo svela l'ex Iena, braccio destro di Formigli. E Michele reagisce

Nicoletta Orlandi Posti
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Alessandro Sortino attacca, Michele Santoro risponde. L'ex Iena e ora inviato di Piazzapulita su La7 sulla propria pagina di Facebook ha riletto "con malizia" il caso dei ripetitori bruciati in Trentino. "Santoro parla di attentato a Servizio Pubblico? Bufale, piuttosto un attentato pubblicitario a Piazzapulita". Beghe tra concorrenti del giovedì sera (ed ex amici, perché Piazzapulita è condotto dallo storico collaboratore di Santoro, Corrado Formigli) per un pugno di share? Non solo, c'è di mezzo anche l'onore personale. E infatti Santoro, per mano del proprio avvocato Paola Rizzo, scrive al sito di gossip politico Dagospia (che venerdì citando GQ aveva rilanciato la polemica): "L'articolo del signor Sortino contiene affermazioni tendenziose ed altresì lesive dell'onore e del decoro del mio assistito. Riservata - conclude la nota del legale - ogni azione a tutela del mio assistito, La invito, pertanto, a ripristinare la verità dei fatti senza ulteriori indugi". Di seguito, l'articolo di Francesco Borgonovo L'attentato, in effetti, c'è stato. Ma non era rivolto contro Servizio Pubblico di Michele Santoro. A farne le spese, piuttosto, sono state  Radio Maria e Radio Dimensione Suono. Eppure, sui giornali di giovedì e di ieri , il protagonista è diventato immediatamente Michele, perseguitato  da oscuri assaltatori di antenne. E forse, se non ci fosse stato Alessandro Sortino, ex Iena e inviato di Corrado Formigli a Piazzapulita, la versione ufficiale sarebbe ancora questa.    Ecco la cronaca -  Mercoledì sera  due rudimentali ordigni  sono stati posizionati sul monte Calisio, in località Calmuz, vicino a Trento, dove si trovano alcuni ripetitori. Uno, di proprietà della società TowerTel, trasmetteva  Radio Maria e Rds e serviva per la telefonia Brennercom e Vodafone. Un altro apparteneva a una società  che edita, fra l'altro, l'emittente locale Rttr,  una delle reti che mandano in onda il nuovo format di  Santoro. Giovedì pomeriggio, siti internet, blog e  telegiornali riportavano tutti la stessa notizia: vogliono colpire Servizio pubblico. La lettura era la medesima ovunque, sulle agenzie e sui quotidiani: la scorsa settimana sono stati rubati due ripetitori di Telelombardia, adesso vengono colpiti quelli di Rttr, che a livello trentino realizza ascolti record. Il Fatto.it titolava: «Trento, attentato ai ripetitori tv di Rttr, emittente che trasmette Servizio pubblico». E riportava una dichiarazione del conduttore: «Mi pare siano decisamente interventi di boicottaggio». Repubblica.it era sulla stessa linea: «Nuovo attacco contro Santoro, incendiati i ripetitori in Trentino». Cosa è successo - Ma che cosa è successo davvero? Lo spiega a Libero Marica Terraneo, direttrice di Rttr. «Al mattino abbiamo saputo delle molotov. Una ha provocato danni credo per 100 mila euro al traliccio di TowerTel. Del secondo ordigno, che era vicino al nostro traliccio, non si è attivato l'innesco e gli artificieri l'hanno disattivato». Dunque niente danni, la trasmissione di Michele  è andata in onda. «Anche io subito ho pensato a Santoro», spiega la Terraneo, «visto quanto era stato denunciato da Telelombardia. Poi però le forze dell'ordine ci hanno detto che secondo loro la pista era quella anarco-insurrezionalista. Tempo fa, a Sud di Trento, si era verificato un fatto analogo: un attacco a ripetitori Vodafone. Sul posto era stata trovata  una scritta simile a quella rinvenuta ieri: “Solidarietà agli arrestati di Roma”». Gli arrestati sono quelli del corteo  che ha sfasciato la Capitale il 15 ottobre. Il capo tecnico di Rttr, giovedì,  è corso sul luogo dell'attentato di prima mattina.  La zona era sotto sequestro, ma dopo poco ha potuto verificare i danni e ha tranquillizzato i colleghi: «Ci ha detto che forse, inizialmente,  la messa in onda sarebbe stata difficoltosa in una parte di Trento. Ma nel pomeriggio saremmo stati in grado di trasmettere». Nel frattempo, però, la notizia dell'«attentato a Santoro» era stata ribattuta dall'Ansa. La versione dell'Ansa - Eppure, sull'agenzia si leggeva che in Trentino non si sarebbe visto Servizio Pubblico, idem sul sito del Fatto, il quale riportava un'intervista a Valerio Gallorini, direttore generale di Rttr, in cui si  affermava che il programma santoresco avrebbe avuto problemi di diffusione. «Quell'intervista risaliva alle 11 del mattino», ha detto  a Libero Gallorini. «Già alle 13 sapevamo che l'impianto  sarebbe stato riattivato, e l'abbiamo comunicato all'Ansa. Ma ormai la notizia era partita. Al tg regionale di Rai3 l'hanno rilanciata alle 14, anche se io avevo già smentito da tempo. Il fatto è che di “attentato a Santoro” aveva parlato per prima, in tedesco, l'Ansa di Bolzano. La cosa è stata ripresa dall'Ansa di Trento in italiano e poi da tutti gli altri».  Intorno alle 16 di ieri, Gallorini ha diffuso un comunicato in cui «smentiva categoricamente» che Servizio Pubblico non si sarebbe visto. Ma ormai fioccavano le dichiarazioni indignate, come quelle di Giuseppe Giulietti e del senatore del Pd Vincenzo Vita che parlavano di «grave intimidazione».    E ieri il Fatto titolava in prima pagina: «Santoro, incendiato un altro trasmettitore tv». All'interno, ampio servizio non firmato con le dichiarazioni di Michele («Mi sembra un atto gravissimo»; «Noi continuiamo a fare il nostro lavoro» eccetera), in cui la tesi del boicottaggio era chiaramente supportata, tanto più che non si citava la frase a sostegno degli indignati romani e gli «anarco-insurrezionalisti» diventavano semplici «estremisti» (magari berlusconiani). Il primo ad accorgersi del cortocircuito informativo è stato Alessandro Sortino. Ieri mattina, un articolo di Gq rilanciava quanto da lui scritto su Facebook. Il cronista di Piazzapulita riepilogava la vicenda, spiegava che al massimo si era messa in pericolo la libertà di Radio Maria e chiosava: «Che c'entra Santoro? Niente». Tutto il can can, spiegava, è servito «a fare pubblicità a Servizio Pubblico a scapito dei concorrenti. Chi è l'autore di questo dinamitardo attentato pubblicitario? Come verrà raccontata domani sui giornali?». Gran pubblicità - Secondo lui, l'attentato semmai è «di carattere pubblicitario» e ai danni «di Piazzapulita». Lo spottone, in ogni caso, non ha impedito a Servizio Pubblico di calare ancora negli ascolti (9,7% di share, contro il 12,03 della prima puntata e il 10, 42 della seconda). Formigli però insegue ancora, su La7, al 5,02%. Forse le uscite del suo inviato gli saranno utili per recuperare, intanto però Sortino si è attirato una letterina dell'avvocato di Santoro, inviata ieri a Dagospia, in cui si precisa che le dichiarazioni sull'«attentato pubblicitario» sono «tendenziose» e «lesive dell'onore» di Michele. Insomma, tra i telemartiri volano stracci, pardon, tralicci. di Francesco Borgonovo

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