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Sarà mattonata: 715 euro in più a famiglia

Monti e la tassa sulle prime abitazioni: l'imposta può portare da 3,5 a 14,3 miliardi. Sarà stangata. Allo studio la revisione dei valori catastali

Giulio Bucchi
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Nella  migliore delle ipotesi il conto sarà di 450 euro a famiglia. Ma il salasso per i proprietari di casa (cioè l'80% della popolazione italiana) potrebbe arrivare fino a 715 euro. È il regalo di Natale del Governo di Mario Monti. Che con ogni probabilità, per tenere a bada i conti pubblici, si appresta a stretto giro a mettere le mani nelle tasche dei cittadini (lunedì arrivano i primi provvedimenti).   Il giro di vite lo ha annunciato senza girarci intorno lo stesso professore della Bocconi, giovedì scorso a palazzo Madama, in occasione del voto di fiducia. Monti vuole   il ritorno dell'Ici sulla prima abitazione. L'imposta comunale sugli immobili è stata progressivamente azzerata negli ultimi anni. Prima da Romano Prodi, poi da Silvio Berlusconi. Sta di fatto che il nuovo Esecutivo, da ieri sostenuto da una fiducia record del Parlamento (556 i voti alla Camera su 630, dopo i 281 sì su 315 incassati al Senato), sostiene che l'esenzione dall'imposta comunale sugli immobili delle cosiddette abitazioni principali sia «una anomalia italiana». Dunque non si scappa. Ora si tratta solo di capire tempi e modalità di reintroduzione. L'Ici, secondo quanto già stabilito dalla riforma fiscale, deve essere riassorbita con altri 5-6 balzelli locali nella nuova imposta municipale unica (Imu), destinata a coprire una fetta enorme dei bilanci degli 8mila comuni italiani. Monti ha due alternative: definire subito  l'Imu oppure rimettere in pista l'Ici. La seconda opzione pare quella più semplice e dunque più probabile. Soprattutto se - fatte le verifiche - il Governo si accorgerà che serve un'altra correzione  ai saldi di finanza pubblica. Le cifre che girano in questi giorni oscillano dai 10 ai 25 miliardi di euro. Una montagna di quattrini cresciuta nelle ultime settimane di pari passo con la corsa dello spread  (differenziale di rendimento) tra i btp italiani e i btp tedeschi. L'Ici sulla prima casa rappresenta una sicura fonte di gettito. Secondo la varie ipotesi può portare dai 3,5 ai 14,3 miliardi di euro. Prima che il Governo di Berlusconi decidesse l'esenzione totale per l'abitazione principale nelle casse dello Stato entravano circa 9 miliardi di euro l'anno. I ragionamenti del premier partiranno da lì: un livello di prelievo che comporta un esborso di circa 450 euro per le 20 milioni di famiglie italiane proprietarie di case. Occhio, però. Perché in ballo ci sono un paio di variabili cui prestare parecchia attenzione. Una   riguarda la possibilità (non remota) che venga spazzato via pure lo sconto di 100 euro fino al 2008 concesso sulle prime case, l'altra   l'aggiornamento dei valori catastali: l'adeguamento dei vecchi estimi al mercato potrebbe arrivare al 10%... Nel primo caso si tratta di 3-4 miliardi di euro in più, mentre nel secondo caso l'aggravio potrebbe valere 1,3 miliardi. Calcolatrice alla mano, vuol dire che il bottino finale del salasso Ici targato Monti arriverebbe a 14,3 miliardi di euro con una batosta per ciascuna famiglia da 715 euro. Mentre si fermerebbe a 650 senza l'aggiornamento delle rendite catastali. Che, peraltro, potrebbero incidere anche sull'attuale prelievo per terreni edificabili e abitazioni secondarie. di Francesco De Dominicis

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