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Vedovo Travaglio passa 'da Patonza a Passera' Tutto pur di continuare l'attacco a Berlusconi

Il vicedirettore del Fatto attacca il neo-ministro, nuovo emblema del conflitto di interessi. Di chi? Suoi e del Cavaliere, ovvio

Andrea Tempestini
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Nelle prime ore del governo di Mario Monti abbiamo già dovuto prendere atto di un imbarazzante cortocicuito. Gli studenti, orfani del bersaglio prediletto, quel 'mostro' di Silvio Berlusconi, ne hanno trovato subito uno nuovo: gli studenti stessi. Studenti contro gli studenti della Bocconi, università assediata perché macchiata dalla colpa di aver sfornato parte della classe dirigente che compone il governo tecnico. In molti nutrono dubbi sul nuovo esecutivo. Ma gli studenti che protestano contro gli studenti dell'università 'dei padroni' da cuì uscì Monti sono uno spettacolo imbarazzante. Dopo mesi di sguaiate proteste perché il governo precedente non andava bene, gli slogan vuoti di significato si alzano nuovamente al cielo: ancor prima di conoscere cosa il signor Monti voglia fare. Francamente ridicolo. Il vedovo Travaglio - Preso atto del primo cortocircuito se ne nota subito un secondo. Contesto e personaggi sono differenti, ma la dinamica è sinistramente simile. Il contesto è il Fatto Quotidiano. Il personaggio è Marco Travaglio, che vedovo del Cavaliere non perde tempo e si mette contro il professore di Varese. "Chi pensava che bastasse cambiare il premier e governo per archiviare il conflitto di interessi era un povero illuso. Il conflitto di interssi è ormai l'unica Costituzione riconosciuta in aula". Errore, pardon: il vedovo ancora non ha dimenticato del tutto. Spara sì contro Monti, ma se casualmente la freccetta va fuori bersaglio indovinate chi va a colpire? Silvio Berlusconi, ovvio. Contro i ministri - Così Travaglio passa in rassegna la lista dei ministri, che vengono sistematicamente smontati. La Guardasigilli Severino? Non va bene: ha difeso i big italiani, da Eni a Enel, da Telecom a Rai, Geronzi padre e figlia, Caltagirone padre e figlia. Ordunque la sua anima è macchiata. Forse il vicedirettore del Fatto si aspettava che la nomina a ministro della Giustizia, in nome di qualche assurda concezione del conflitto di interessi, dovesse spettare all'avvocato d'ufficio che nei telefilm americani viene assegnato al pusher dei sobborghi di New York City. Hai un curriculum altisonante? Per Travaglio sei sospetto. Contro Passera - Nel mirino ci finisce ovviamente  anche Corrado Passera. La nomina dell'ex ad di Banca Intesa al vertice di un super-ministero tripartito (Infrastrutture, Sviluppo Economico e Trasporti) suscita delle perplessità. Tutti controlleranno con cura l'operato di uno dei nomi più influenti d'Italia che, si sussurra, al termine di questa esperienza potrebbe trasferirsi in pianta stabile nel mondo della politica. Ma Travaglio ha già sciolto tutte le riserve. Corrado? Per Marco è l'emblea, il simbolo e la continuità del conflitto di interessi. E questa continuità il giornalista torinese la fa emergere anche nel titolo dell'editoriale, che trasuda nostalgia per i presunti scandali piccanti che coinvolsero il premier Berlusconi: "Da Patonza a Passera". E riecco il Cavaliere - Contro il neo-ministro, per prima, una di quelle frasi che abbiamo visto sfilare in mattinata nel corso delle manifestazioni dei senza idee che protestano a prescindere: "Già l'idea di affidare ai banchieri la soluzione di una crisi provocata in gran parte dalle banche non è niente male", sottolineava sardonico. Ma poi il vedovo Travaglio ci ricasca. Troppo facile indulgere alla tentazione. Ed ecco così rientrare in scena il Cavaliere. Già, perché per Marco il conflitto di interessi di Passera è quello di Berlusconi. Come è possibile portare al governo, si chiede il vicedirettore del Fatto, una persona che quando guidava Intesa ebbe rapporti con Forza Italia prima e con Fininvest e Mondadori poi? Un vero scandalo, in effetti, che la principale banca italiana avesse fatto affari con i più grossi poli economici del Paese. L'ossessione di Travaglio è indomabile, e trova sfogo nella memorabile conclusione dell'editoriale di oggi: "Casomai, se B. non dovesse trovare i soldi, potrebbe prestargli qualche altro spicciolo Banca Intesa".

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