L'indignato è stato condannato Resta in carcere per 3 anni
Il 22enne era stato arrestato durante gli incidenti di Roma del 15 ottobre. Dovrà pagare anche i danni al Campidoglio
Tre anni e quattro mesi di reclusione è la pena inflitta all'indignato di 22 anni, Giovanni Caputi, fermato a Roma durante gli scontri della manifestazione il 15 ottobre scorso. Il reato contestato: resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Si tratta della prima condanna per quegli incidenti: Caputi era stato fermato il giorno stesso insieme con altri 12 manifestanti ed è ancora detenuto nel carcere di Regina Coeli. Oggi per lui il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione e in giudizio oggi ha comunicato che nei confronti di Caputi, difeso dall'avvocato Fabrizio Gallo, sta procedendo anche per l'accusa di devastazione. Con la sentenza i giudici hanno disposto che in separata sede risarcisca il danno al Comune di Roma e all'Ama per i danni provocati. Inoltre ha condannato Caputi al pagamento delle spese di giudizio e l'ha interdetto per cinque anni. Il 5 dicembre prossimo davanti alla decima sezione penale presieduta da Rosanna Ianniello saranno processati altri tre manifestanti, Ilaria Ciancamerla, Roberto Scarlett e Stefano Conigliano che sono agli arresti domiciliari e sono imputati per resistenza aggravata. Commentando la decisione l'avvocato Gallo ha detto: "Siamo in presenza di una sentenza troppo dura. Sulla decisione ha influito la pressione mediatica legata a quanto accaduto a Roma. Oggi viene condannata una persona che con gli incidenti e i casi di violenza non ha nulla a che fare". Libero - E' stato invece liberato Leonardo Vecchiolla, lo studente campano arrestato il 22 ottobre perchè accusato di aver assaltato un blindato dei carabinieri durante la stessa manifestazione. Lo ha deciso il tribunale del Riesame, accogliendo cosi il ricorso presentato dal legale di Vecchiolla, l'avvocato Sergio Acone. Per lo studente di psicologia di Ariano Irpino (Benevento) il Riesame ha disposto la scarcerazione senza l'applicazione di nessuna misura cautelare. Tentato omicidio, devastazione, resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, i reati contestati. Denuncia - A Bologna, invece, la giovane rimasta ferita nei tafferugli con le forze dell'ordine lo scorso 12 ottobre davanti alla sede bolognese di Bankitalia, è andata dai carabinieri a sporgere denuncia. La ragazza, nel contatto e probabilmente per una manganellata, aveva perso quattro denti. Sulla vicenda, vista la gravità delle lesioni, il pm Morena Plazzi aveva aperto d'ufficio un'inchiesta contro ignoti per lesioni volontarie, delegando le indagini alla Digos. La studentessa, 23 anni, del collettivo Sadir, è assistita dall'avvocato Simone Sabattini. Accompagnata da lui ha presentato querela nei confronti di persona da identificare per lesioni gravissime, in riferimento ai denti e lesioni semplici, per la spalla e il labbro. La denuncia, formalizzata nella caserma di viale Panzacchi due giorni fa, è corredata di foto e video dei tafferugli e dovrebbe confluire nel fascicolo già aperto. Dopo l'avvio dell'inchiesta, il procuratore aggiunto Valter Giovannini aveva rivolto un invito alle forze dell'ordine presenti in piazza Cavour quella mattina: "Colui che ha agito - aveva detto - non può non essersi riconosciuto nelle foto pubblicate dai giornali o comunque non può non ricordare l'episodio. Si faccia avanti e fornisca alla Procura, se lo ritiene, la sua versione dei fatti".