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La rete dei conflitti di interessi del nuovo governo tecnico

Per anni la sinistra ha attaccato il Cav ma molti ministri del nuovo esecutivo hanno ruoli di vertice negli istituti di credito

Lucia Esposito
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Il leitmotiv della politica degli ultimi vent'anni è stato il conflitto di interesse di Silvio Berlusconi. Un tema spinosissimo che per anni ha ostacolato l'attività del premier, una bandiera che la sinistra sventolava periodicamente. Il punto è che il nuovo governo tecnico presenta non uno, ma svariati confitti di interessi. Corrado Passera ha prontamente annunciato che si dimetterà da Intesa Sanpaolo. Ma il suo non è l'unico caso. Fino a ieri Elsa Fornero, neministro del Lavoro, era vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo, e consigliere del gruppo del cemento Buzzi Unicem. Il tesponsabile del Turismo Piero Gnudi era consigliere di Unicredit ed era nel consiglio dell'impresa di costruzioni Astaldi e di altre società tra cui l'editrice del Sole 24 ore. Il neomninistro all'Istruzione Francesco Profumo è stato consigliere di Unicredit private bank. Piero Giarda, ministro dei Rapporti con il Parlamento, è consigliere della Scala di Milano e dell'Istituto europeo di oncologia ma anche presidente della Cassa del Trentino e consigliere di sorveglianza del Banco Popolare.  Insomma una rete di conflitti d'interessi che suscita non poche perplessità.

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