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Buono E' Passera la nuova star della politica Farà le strade. E le scarpe ai democratici?

Da banca Intesa al ministero dello Sviluppo Economico: la sua intenzione è quella di restare nei palazzi romani

Andrea Tempestini
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Tante volte era stato indicato come possibile ministro. Stavolta Corrado Passera c'è riuscito, facendo il salto definitivo dal mondo del credito a quello della politica: è lui il nuovo ministro dello Sviluppo Economico.  Con l'intenzione, evidentemente, di restarci. Non si lascia il posto di amministratore delegato di banca Intesa, prima banca italiana, per un incarico di tre mesi. Soprattutto perché questa scampagnata a Roma non è soggetta a ritorno. Da oggi, mercoled' 16 novembre, alle ore 13 Corrado Passera, comasco, 57 anni, è un ex banchiere che da grande vuole fare politica ad alto livello. Le voci in passato - Già si era parlato di lui come ministro per il governo Berlusconi. Inizialmente come titolare dell'Industria al posto di Claudio Scajola. Poi come sostituto di Giulio Tremonti. Alle richieste del Cavaliere, però, Passera ha sempre risposto di no. Per la prima volta dieci anni fa quando Berlusconi gli aveva proposto di prendere la guida dell'Eni. Aveva preferito accettare la proposta di Nanni Bazoli, presidente di Banca Intesa. Una sorta di vendetta visto che il professor Bazoli, nel 1998 lo aveva licenziato da amministratore delegato del Banco Ambroveneto (incubatrice di Intesa). Bancoposta - Passera era andato a lavorare alle Poste rivoltandole per intero e tagliando ventimila posti di lavoro. Con il suo arrivo nasce Bancoposta che oggi rappresenta il tesoro del gruppo. Il rientro a banca Intesa rappresenta una nuova sfida. L'istituto è in crisi. Il condominio con i francesi del Credit Agricole non ha dato i risultati sperati. La gestione affidata a Christian Merle è stata inferiore alle aspettative. Passera riprende in mano la banca e la guida all'abbraccio con il Sanpaolo di Torino. Nasce un colosso da settemila sportelli che diventa banca di sistema. Non c'è più operazione di peso che non passi dal suo tavolo. Dalla ristrutturazione di Telecom fino al salvataggio di Alitalia. E' questa l'unica volta che le strade di Berlusconi e quelle del banchiere com'sco procedono parallele. L'obiettivo è quello di tenere sotto le bandiere italiane una grande compagnia aerea. Passera ci prende gusto. Le grandi reti infrastrutturali diventano il suo pallino. Un ministero facile - In fondo quando entra in Telecom guarda al sistema di cavi e centrali che assicura il funzionamento delle tlc in Italia. Poi la quota nell'Autostrada Sernessima (Brescia-Padova), la Brebemi (Brescia-Bergamo-Milano), Tem (la nuova tangenziale esterna di Milano). Insomma attorno a Banca Intesa vuole costruire un polo che raggruppi la struttura di collegamenti che permette al Paese di funzionare. Ora come ministro se ne potrà occupare per conto del governo. Con l'obiettivo di andare più avanti. Una proiezione politica che supera l'orizzonte di Monti. E che magari prosegue la sua parabola tra le pieghe di quel Partito Democratico che lo ha a lungo corteggiato e che Passera ha a sua volta corteggiato. Il ministero dello Sviluppo Economico pone sfide più semplici rispetto a quelli di Economia e Welfare (il secondo dovrà affrontare il tema delle pensioni): per Passera, questo primo passo politico, potrebbe essere un imprescindibile e decisivo trampolino.

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