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E Maroni sancisce la rottura: "Lega-Pdl, finito un percorso"

L'ex ministro: "Prendiamo atto e andremo all'opposizione. Berlusconi? Si riscatterà. Alleati in futuro? Vedremo, c'è tempo"

Andrea Tempestini
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Nei giorni della creazione del governo tecnico un altro tema caldo della politica italiana è quello del rapporto tra Pdl e Lega Nord. E al riguardo arrivano parole durissime dell'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "Non è la Lega che ha deciso di rompere con il Pdl o di passare all'opposizione, la nostra è stata una scelta coerente con le valutazioni fatte insieme a Silvio Berlusconi, visto che il governo Monti non è un governo scelto dalle urne - ha spiegato -. Si era detto che il problema dello spread era legato a Berlusconi - ha sottolineato il leghista - ma ora si vede che i problemi erano altri". Resta il fatto, ha concluso Maroni, che un governo guidato da Mario Monti con Pd e Pdl insieme "segna la rottura tra la Lega e il Pdl di cui prendiamo atto e che ci assegna all'opposizione". "Berlusconi si riscatterà" - Parole pesanti, poi parzialmente mitigate da una considerazione su Silvio Berlusconi, che "avrà modo di riscattarsi da quella brutta immagine di piazza, dove c'era una voglia di linciaggio, rispetto a una persona che non è stata sfiduciata e che ha deciso di fare un passo indietro perché era stato messo sotto processo" per la difficile situazione dei mercati. Quindi una battuta sulla possibile squadra del governo tencico: "Se ci entrasse Gianni Letta sarebbe una buona notizia per noi. E' un uomo delle isituzioni ed è un uomo di garanzie". E ancora, Maroni, ha parlato del programma. Una riforma elettorale? "Vedremo, se ci sono le condizioni... Abbiamo le nostre idee". "Si è interrotto un percorso" - "La Lega - ha proseguito Maroni - non farà sconti a nessuno, anche se Mario Monti è una persona che conosco e stimo, poi è varesotto come me, valuteremo di volta in volta e viste le premesse diremo più no che sì". Quindi l'ex titolare del Viminale è tornato sul rapporto con il Pdl. "Siamo stati coerenti con le valutazioni fatte con Berlusconi prima che il Pdl cambiasse atteggiamento nei confronti di Monti. Per mesi è stato sollecitato Berlusconi a dare le dimissioni sull'esempio di Zapatero per ridare fiato alle Borse, oggi - ha ribadito -mi pare che stia avvenendo il contrario a conferma che il problema non era Berlusconi". Infine Maroni non ha escluso che in futuro la frattura posas essere risanata, e questo perché, nel caso in cui il governo guidato da Monti dovesse arrivare fino al 2013, il termine naturale della Legislatura, "ci sarà un anno e mezzo di tempo per capire se l'alleanza Lega-Pdl si potrà ricostruire oppure no. Ma oggi - ha concluso Bobo - si è interrotto il percorso iniziato nel 1994".

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