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Monti al Colle, presto la lista dei ministri

Monti scioglie la riserva e sale al Colle. Nell'esecutivo "non ci saranno né Letta né Amato", sarà un governo di soli tecnici

Andrea Tempestini
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La premiata ditta Mario Monti-Giorgio Napolitano continua con la politica del freno a mano. Certo, i veti politici e i nodi da sciogliere sul programma fanno la loro parte. Ma se è vero come pare che sia vero che, ormai, la lista dei ministri è pronta, vien da chiedersi perché la squadra del governo tecnico non venga immediatamente presentata (leggi il toto-ministri: tutti i nomi più probabili). Monti renderà nota la lista  questa mattina.  Nella conferenza stampa di martedì sera, Monti si è scusato per la pazienza dimostrata dal Paese nell'attendere le nomine della sua squadra. "E' quasi fatta", spiegava il segretario della Cisl dopo l'incontro con le parti sociali a Palazzo Giustiniani. Ma se "è quasi fatta" un piccolo scatto in avanti, esclusa la via delle elezioni anticipate, non avrebbe certo nuociuto al Paese. Il nodo Amato-Letta - Da indiscrezioni dell'ultima ora emege che nel nuovo esescutivo non ci sono né Letta né Amato.  Poi la voce dell'ultim'ora: pare che in veste di vice-presidente del Consiglio, nella squadra di Mario Monti, possano effettivamente rientrare sia Gianni Letta sia Giuliano Amato. E' questo l'ultimo nodo da sciogliere ed è questo il punto sul quale si consumano le ultime ore di trattativa. Sarebbero loro due gli elementi di raccordo che il professore di Varese vorrebbe nella sua squadra per garantirsi un filo diretto con i principali partiti. Ma se per Letta il Pdl ha continuato a spendersi fino all'ultimo, su Amato continua a gravare il peso del Partito Democratico. Amato e i suoi, nonostante i proclama, vogliono così tenersi slegati totalmente dai possibili provvedimente impopolari che l'esecutivo tecnico potrebbe varare. E vi è poi un elemento grottesco in queste ultime ore di trattativa. Da una parte c'è Letta, che sin dalle prime battute delle consultazioni aveva dato la sua disponibilità a ritirarsi dalla partita per evitare tensioni e scontri istituzionali, quel Gianni Letta per il quale spinge il suo partito, ovvero il Pdl. Dall'altra c'è invece Amato, che insiste per un ruolo politico nel nuovo esecutivo ma non viene appoggiato dal Partito Democratico, che pur non essendo 'figurativamente' il suo partito resta la sua casa politica. Ma non avevamo fretta? - Nel frattempo il nervosismo dei mercati resta a livello di guardia. Nell'ultima seduta Piazza Affari è riuscita a limitare i danni dopo un avvio nero, mentre lo spread tra i nostri titoli di Stato e il Bund tedesco ha chiuso a quota 540 punti base. Un livello da allarme a tutto tondo. Se l'Europa, la speculazione e i mercati restano con i fucili puntati sul Belpaese è perché chiedono rapidità, massima rapidità. Silvio Berlusconi, sotto i colpi del differenziale, ha visto sgretolarsi il suo governo. Il Cavaliere aveva promesso le dimissioni, poi le circostanze lo hanno costretto ad accelerarle al massimo: le ha dovute presentare in fretta e furia dopo aver portato a casa l'approvazione della legge di stabilità. Silvio Berlusconi è stato costretto alla massima celerità, mentre la nascita del governo tecnico pare poter godere di tempi più dilatati. Il ruolo di Napolitano - In questo contesto un ruolo lo ha svolto anche Giorgio Napolitano, che dopo aver spinto per le dimissioni del Cavaliere nel minor tempo possibile, e dopo aver spinto al massimo sui tempi della creazione di un governo tecnico, ha subìto le critiche di chi lo accusava di esser venuto meno ai suoi impegni istituzionali premendo per un cambiamento trafelato. Così anche il Capo dello Stato, per trovare la migliore quadra, sì, ma anche per sopire le rare critiche nei suoi confronti, ha deciso di rallentare i tempi della creazione del nuovo governo. Ora c'è chi dice che sia tutto fatto e c'è chi dice che, ancora, resta qualche nodo da sciogliere, tra cui quello della presenza di alcuni esponenti politici nell'esecutivo (Angelino Alfano continua a raccomandare Gianni Letta). La lista dei ministri verrà presentata mercoledì alle 11: siamo proprio sicuri che non fosse possibile farlo la sera precedente, ed evitare altri probabili contraccolpi sui mercati? "Intesa miracolosa" - Nel frattempo la Camera resta "convocata a domicilio", secondo la formula di prassi. Ovvero i lavori sono sospesi fino al voto di fiducia che, spiega l'ex ministro Ignazio La Russa, presumibilmente si terrà venerdì. Nell'attesa, dopo che Monti scioglierà le riserve sull'accettazione dell'incarico di presidente del Consiglio, si terranno sedute delle commissioni permanenti. Una chiosa all'intera situazione, che pare ormai in un modo o nell'altro decisa, è stata firmata dal leader centrista, Pier Ferdinando Casini: "Facciamo un governo al più presto, se riusciamo a fare questo governo Monti è un miracolo: trovare un'intesa tra le forze politiche opposte in Parlamento è di per sè un'impresa miracolosa".

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