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Amato oltre tecnici e politici: "Sono un ermafrodita"

Il dottor Sottile sente odor di poltrona nel governo Monti. Il centrodestra è contrario a parole, ma nei salotti... E lui ne approfitta

Giulio Bucchi
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Del governo che sta per nascere giura di «non sapere nulla». Quanto al suo ruolo, se  tecnico o politico dice di  sentirsi «un ermafrodita». Insomma il dottor Sottile, all'anagrafe della politica dei politici senza tempo Giuliano Amato, è tornato ed ha ritrovato la verve di un tempo. A rinfrancare il candidato a tutte le poltrone del governo Monti, devono essere state le uscite di alcuni esponenti della maggioranza che hanno deciso di appoggiare la sua candidatura, replicando lo schema adottato per il governo tecnico. Tutti contrari a parole, convinti sostenitori nei salotti, e non solo della conventicola politica. A dare il là a questo  ribaltamento di prospettiva è stato il ministro uscente della difesa Ignazio La Russa, seguito a ruota dal collega per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. «Non è un problema di nomi. Amato è una persona per bene, quindi non credo che ci sia un problema su di lui».  Nessun problema quindi se diventasse ministro? «Ma sì...», risponde sorridendo il coordinatore del Pdl. Sintonia, al limite della furbesca accondiscendenza, la fa registrare Rotondi: «Mi associo all'apprezzamento di La Russa per Amato», dice l'ex ministro, «a prescindere dal mio dissenso per questa operazione politica, considero la presenza di Amato al governo un elemento rassicurante». E dire che sino a ieri la presenza del dottor Sottile all'interno del nuovo esecutivo veniva considerata un ostacolo insormontabile. Le trattative delle ultime 24-36 ore devono aver indotto tutti a più miti consigli. Persino Clemente Mastella si ritrova dalla parte del dottor Sottile. «In questo momento, da esterno alle vicende della politica italiana ma con un'esperienza parlamentare più che trentennale, mi permetto un suggerimento», dice l'ex ministro della Giustizia, voglioso di tornare in pista, «due autentici fuoriclasse come Gianni Letta e Giuliano Amato non potrebbero che giovare al governo che, mi auguro, il presidente incaricato riuscirà presto a formare». Ultimamente i desideri tendono a diventare realtà. di Enrico Paoli

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