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Alfano, Bersani e Casini Monti vuole lo scudo politico

Il premier pensa ai leader di Pdl, Pd e Udc come ministri per blindarsi fino al 2013 e garantirsi un team non solo di tecnici. Cicchitto: "No fiducia al buio"

Andrea Tempestini
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Sembrava destinato alla prima sconfitta, ma da paziende diplomatico Mario Monti starebbe per portare a casa il primo importante sì da Pdl e Pd: il nuovo premier avrebbe convinto i segretari dei due principali partiti, Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani, a spendersi in prma prsona per il governo che verrà, coprendo un ruolo ancora da definire. E secondo ultimissime indiscrezioni nel lotto dei politici da portare nella squadra ci sarebbe anche Pier Ferdinando Casini dell'Udc, così da coprire sommariamente tutto l'arco parlamentare. Sarebbe un punto di partenza importante per Monti, chesta facendo di tutto per uscire  da queste ore di consultazioni con un governo che non sia di soli tecnici. All'ex commissario europeo servono garanzie sull'appoggio dei principali partiti e nomi forti in grado di fare da raccordo tra la squadra dei tecnici e il mondo della politica. Pdl e Pd, fino ad oggi, insistevano per un esecutivo di soli tecnici. La situazione di stallo era stata confermata da Roberto Antonione del gruppo dei Liberali per l'Italia, che al termine del colloquio con il presidente del Consiglio incaricato ha spiegato che Monti vuole "una rappresentanza politica ai massimi livelli del governo", ovvero anche per quel che riguarda i ministri. Casini e il governo Monti: la Telefonata di Belpietro su LiberoTv "Fino al 2013" - Vi è poi un altro punto sul quale insiste il presidente del Consiglio incaricato, e riguarda il programma. Francesco Nucara del Pri dopo il colloquio ha riferito di un piano che ha definito "importante, con molti sacrifici. Se abbiamo bene interpretato le sue parole tenterà di equilibrare tra lacrime e sangue i sacrifici che saranno accompagnati da interventi per il lavoro dei giovani e per più cresccita per tutti". E' stato poi chiarissimo Silvano Moffa di Popolo e Territorio: Monti "ha detto che forse ci sarà qualche problema per i provvedimenti impopolari" che servono per tirare fuori l'Italia dalla crisi. Ma, soprattutto, il neo-premier insiste per tempi lunghi, osteggiati dal Pdl, e chiede di restare in carica fino al 2013: lo ha riferito il segretario dell'Adc, Francesco Pionati. Pdl: "No a consensi al buio" - Monti, insomma, s'allarga: chiede ministri politici e tempi lunghi. Ma un altolà è arrivato dal Pdl. "Nessuno può pensare a consensi dati al buio, anche perché noi dovremo portare una precisa proposta all'Ufficio di presidenza del Pdl", ha spiegato Fabrizio Cicchitto. "Berlusconi non è stato sfiduciato dal Parlamento - ha proseguito il capogruppo Pdl alla Camera -, ha fatto un passo indietro con grande senso di responsabilità perché, anche per la secessione di alcuni deputati, si era creata una situazione di stallo alla Camera, mentre invece per un verso la Ue e per l'altro la finanza internazionale chiedonjo governi con maggioranze ampie e stabili per fare manovre economiche molto incisive. Nasce di qui - ha sottolineato Cicchitto - il nostro atteggiamento costruttivo nei confronti del presidente incaricato Monti, a condizione che ci si confronti su una organica proposta programmatica e anche sulla struttura del governo". Per questo, ha avvertito il capogruppo, "nessuno può pensare a consensi al buio". Il toto-ministri - Il neo-premier smentisce poi tutte le voci su quello che bolla come un vano esercizio della stampa, il cosiddetto toto-ministri. Ma se dei nomi si fanno, e se quei nomi vengono rilanciati da diversi quotidiani e televisioni, un motivo ci sarà. Così, secondo gli ultimi rumors, tra i nomi della squadra Monti, quella di puri tecnici, ci sarebbero Guido Tabellini per l'Economia, Piero Alberto Capotosti oppure Cesare Mirabelli alla Giustizia, il Generale Mosca Moschini alla Difesa, Carlo Secchi allo Sviluppo Economico e l'ex prefetto di Bologna, Anna Maria Cancellieri, agli Interni. E ancora, all'Istruzione è opinione condivisa che ci possa finire Lorenzo Ornaghi, il rettore dell'università milanese Cattolinca, mentre alle Infrastrutture, da più parti, si fa il nome di Rocco Sabelli. I tecnici - Nel toto-nomine trovano spazio anche due nomi che di tecnico hanno poco e nulla. Il primo è un tecnico per finta: Giuliano Amano, accostato alla Farnesina. Il secondo è un nome politico a tutto tondo: quello di Emma Bonino, candidata a un ruolo di rilievo nel governo 'dei bocconiani' guidato da mister Europa, il signor Monti. Difficile che riescano a spuntarla, ma le loro eventuali nomine non cambierebbero di molto la situazione. Vien da chiedersi infatti come possa l'esecutivo guidato dal professore di Varese cavarsela nei palazzi della poltica senza il fondamentale ausilio di chi quei palazzi li conosce stanza per stanza. Inizialmente, per fare un esempio, Monti spingeva per i due Letta, Gianni ed Enrico: una doppietta di vicepremier all'insegna della par-condicio che avrebbe potuto prendere per mano Monti e la sua nuova squadra. I veti politici incrociati hanno abbattuto le due nomination. I dicasteri, pare sicuro, andarnno soltanto a tecnici e i tempi per sceglierli già si dilatano.

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