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Tutti i nodi dell'esecutivo: partito della patrimoniale contro quello dell'Ici

Il premier Monti pensa a un'imposta progressiva sugli immobili: allo studio c'è l'innalzamento delle rendite catastali. Pdl e Pd divisi

Lucia Esposito
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Non è dato sapere la composizione della squadra, né avere una minima indicazione sui tempi, quanto poi al programma neanche a parlarne, al massimo c'è qualche vago rimando alla famosa lettera della Bce. A oggi gli italiani hanno un'unica certezza: il governo tecnico a guida Mario Monti porterà in dote una bella patrimoniale (peraltro non richiesta perché nella missiva di Draghi e Trichet non ve n'era traccia). La vuole la sinistra, la sostiene il Terzo Polo e non sembra che il Pdl abbia la forza per opporsi. Insomma, il dado è tratto, non ci resta che cercare di capire quali sono le ipotesi allo studio. Ieri Libero ha pubblicato il documento presentato dalla Fondazione dei commercialisti al Senato che percorreva una doppia strada: un contributo strutturale dell'1 per mille sulle ricchezze superiori al milione di euro e una “una tantum” del 2% dal 2012 al 2014 su tutte le ricchezze.  Si può prendere il pacchetto completo o solo una parte, ma comunque sarebbe una stangata mica di ridere. Nel calderone del patrimonio tassabile ci sarebbe di tutto: dai conti correnti ai depositi bancari e postali, dai fondi di investimento fino ad azioni, obbligazioni, le auto con una potenza superiore a 225 Kw e gli yacht. Ma è solo una delle opzioni in campo. Perché nelle ultime ore ha preso corpo un dossier che ci porta dritti dritti nel cuore del sistema fiscale francese. Nel corso del colloquio con Berlusconi, infatti, Monti avrebbe  parlato esplicitamente della necessità di introdurre una patrimoniale, facendo capire che il punto di partenza sarebbe proprio l'imposta di solidarietà (ISF) transalpina. Un balzello progressivo che avrebbe il vantaggio di chiedere di più, in modo graduale, a chi più possiede. A oggi funziona così: l'aliquota parte dallo 0,55% sulle ricchezze che vanno da 800mila euro al milione 300mila e arriva scaglione dopo scaglione (sono illustrati nella tabella) all'1,80% quando si superano i 16 milioni. Certo. Ma come calcolo il mio patrimonio? Ci sono gli immobili (edificati e non), i beni detenuti in usufrutto, le liquidità (conti correnti), gli investimenti finanziari ma anche i mobili, le auto, gli aerei e le imbarcazioni private fino ad arrivare a cavalli da corsa, gioielli, oro e metalli preziosi. Non concorrono, invece, alcuni beni strumentali (per esempio le imprese individuali di cui il contribuente è a capo), i titoli oggetto di un patto collettivo di conservazione e quelli alla sottoscrizione del capitale di piccole e medie imprese.  Il tutto è certificato da una dichiarazione annuale sul valore netto dei beni (anche quelli all'estero) al 1° gennaio dell'anno d'imposta.  Occhio, però. Perché gli stessi francesi stanno facendo un passo indietro. Del resto la patrimoniale progressiva è stata sempre vista come un'eccezione tutta transalpina che rischiava di penalizzare  la capacità attrattiva d'Oltralpe. Et voilà: dal 2012 diventa tutto più semplice e le aliquote passeranno a due, quella dello 0,25% per le ricchezze da 1 milione e 300 mila euro a 3 milioni e l'altra dello 0,50% quando si va oltre.  Del resto, è stata la spiegazione, i patrimoni oggi rendono assai meno e aliquote che raggiungono l'1,80% assumono sempre più un carattere confiscatorio. E in Italia? Tutto dipende da percentuali e soglie che Monti intende adottare. Ma considerando le cifre in ballo non c'è da essere molto ottimisti. Si parla, per esempio, di rivedere  il valore delle rendite catastali: a oggi mediamente rappresentano il 30% del valore di mercato degli immobili e l'obiettivo sarebbe di arrivare fino al 50%. Poi c'è la possibile reintroduzione dell'Ici. Secondo le risposte che  il ministro uscente dell'Economia Giulio Tremonti ha dato alle 39 domande dell'Ue porterebbe nelle casse dello Stato un gettito di circa 3,5 mld di euro.  Si può fare anche subito.  Sarebbe possibile grazie al decreto legislativo sul federalismo approvato dal Consiglio dei ministri il 24 ottobre. Piangerà il mattone, dunque, e con esso l'80% e passa di italiani proprietari di casa.  di Tobia De Stefano

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