Qui tira aria di patrimoniale... Supertassa per tre anni?
Vogliono prendersi un altro 2% dei nostri soldi con il nuovo balzello strutturale sulle ricchezze che superano il milione di euro
Patrimoniale soft strutturale, prelievo una tantum sui conti correnti, reintroduzione dell'Ici e revisione degli estimi catastali. Più passa il tempo è più la questione diventa non se spremere gli italiani, ma come spremerli. L'idea di aggredire i patrimoni è ormai entrata a pieno titolo nell'agenda del nuovo governo. A nessuno, compreso il professore liberale Mario Monti, sembra creare troppi problemi la prospettiva di mettere di nuovo le mani nelle tasche dei cittadini, soprattutto se l'ennesima stangata sarà decisa da un governo tecnico di emergenza che dovrà tirare fuori l'Italia dal guado. Opposizioni pregiudiziali nelle forze politiche che dovrebbero appoggiare il nuovo esecutivo non ce ne sono e l'unica sacca di resistenza, che è quella presente all'interno del Pdl, sembra sempre più fragile e non in grado di opporsi all'operazione. Ipotesi di lavoro ne circolano diverse, ma tutto ruota intorno a due punti principali: un prelievo soft ordinario ed uno più robusto straordinario. Sul primo punto la base di partenza sono le proposte di Guido Tabellini, non a caso indicato da più parti come uno dei candidati più probabili per occupare la poltrona di Giulio Tremonti al dicastero di Via XX settembre. Il professore di economia nonché rettore della Bocconi sarebbe poco favorevole alle forme di tassazione una tantum. Ha più volte spiegato, nei mesi scorsi, di ritenere queste misure dannose per la crescita del Paese e non risolutive per l'abbattimento del debito pubblico. L'idea di Tabellini è piuttosto quella di una patrimoniale non troppo pesante (5 per mille), ma strutturale, che colpisca da adesso in poi tutte le ricchezze degli italiani più abbienti. La proposta aveva già nelle scorse settimane trovato molti sostenitori. Piace, ad esempio, al capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ma anche all'ex Pd ora montezemoliano, Nicola Rossi. Il problema è che la misura non sarebbe di quelle choc che permetterebbero di incassare subito somme in grado di rimettere in sesto i conti e assottigliare il debito. Di qui, nella convinzione che sia necessario mettere in campo provvedimenti di maggiore impatto, la possibilità che si vada su un doppio binario. In questo caso il documento su cui si stanno concentrando le attenzioni e stanno convergendo i consensi è quello presentato qualche giorno fa al Senato dalla Fondazione commercialisti italiani. Un progetto articolato e dettagliato che prevede entrambe le forme di prelievo, sia quella straordinaria sia quella ordinaria. L'intervento una tantum partirebbe dal 2012 arriverebbe fino al 2014. L'aliquota prevista è del 2% per cento. Accanto a questo, la proposta prevede l'introduzione di un contributo rodinario e soggettivo sul patrimonio, con cadenza annuale e complementare al reddito, con un'aliquota dell'1 per mille sulle ricchezze superiori al milione di euro. Soggetti al pagamento sarebbero sia le persone giuridiche (società di capitali, banche, fondazioni, cooperative, associazioni) sia quelle fisiche. La tassazione verrebbe calcolata praticamente su tutte le forme di proprietà (aerei, navi, barche a vela e yacht sopra i 10 metri, auto con potenza superiore a 225 kw, conti correnti, depositi bancari e postali, fondi di investimento, azioni, obbligazioni e quote di partecipazioni in società, immobili) ad esclusione della prima casa e dei titoli di Stato. Il ventaglio delle ipotesi di stangata non si esaurisce, purtroppo, qui. Sul tavolo del neosenatore a vita Mario Monti stanno arrivando numerose proposte alternative o aggiuntive a quelle già esaminate. Si parla ad esempio di una revisione degli estimi catastali del 25-30% e della reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. Misure che rappresenterebbero di fatto una patrimoniale dolorosissima anche per le fasce sociali più deboli. Non sono esclusi, infine, ritocchi più o meno pesanti sull'Irpef. Le ipotesi riguardano tutte l'aumento delle aliquote per lo scaglione più alto, quello per i redditi sopra i 70mila euro, che verrebbe incrementato, in base alle varie proposte, dai 3 ai 5 punti percentuali. Incrementi che potrebbero scattare con soglie di redditi ancora da definire (si è parla di 150 o 180mila euro), ma quasi sicuramente superiori a quelle attuali. di Sandro Iacometti