Borsellino choc prima di morire "A uccidermi non sarà la mafia"
Le dichiarazioni di Agnese: "Il giorno prima di morire era consapevole del suo destino. Disse che lo avrebbero ucciso i colleghi"
Le dichiarazioni di Agnese Borsellino, moglie di Paolo, ucciso nella strage di via D'Amelio del 19 luglio 1992, rivelano un'inquietante verità. Le frasi sono contenute in due verbali d'interrogatorio davanti ai pm di Caltanissetta, titolari della nuova inchiesta sulla strage. Il giorno prima di morire, rivela la moglie, Borsellino le confidò particolari sconcertanti sulla propria fine. "Era perfettamente consapevole che il suo destino era segnato - racconta Agnese -, tanto da avermi riferito in più circostanze che il suo tempo stava per scadere". "Non mi ucciderà la mafia" - Il giudice aveva terribili presagi, ma quello che a distanza di anni smuove le coscienze è il fatto che Borsellino era convinto che a ucciderlo non sarebbe stata la mafia. "Ricordo perfettamente che il sabato 18 luglio 1992 andai a fare una passeggiata con mio marito sul lungomare di Carini - prosegue Agnese -, senza essere seguiti dalla scorta. Paolo mi disse che non sarebbe stata la mafia a ucciderlo, della quale non aveva paura, ma sarebbero stati i suoi colleghi e altri a permettere che ciò potesse accadere. In quel momento era allo stesso tempo sconortato, ma certo di quello che mi stava dicendo". L'attentato - Nemmeno ventiquattro ore dopo queste frasi, alle 16.58 di domenica di 19 luglio, dopo che la coppia si era nuovamente recata nella casa di Carini, il giudice fu fatto saltare in aria insieme a cinque agenti della sua scorta in via Mariano D'Amelio, proprio davanti all'abitazione, a Palermo, di sua madre. Le indagini proseguono tutt'oggi, indirizzate anche dalle dichiarazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza.