Tecnici, politici, Letta, Amato... I ministri che nessuno vuole
Nella nuova squadra potrebbero trovare spazio i due Letta, Buttiglione, Ichino e altri. Ma i 'tecnici' non li vuole nessun partito
Minuto dopo minuto si aggiorna la lista dei possibili ministri del futuro governo tecnico. Le ipotesi si rincorrono e si smentiscono. Così, tra gli altri di cui vi da conto nell'articolo che segue Gianluca Roselli, si continua a parlare dei Letta: Gianni del Pdl ed Enrico del Pd in lizza per la vicepresidenza del Consiglio. Per gli Interni, oltre ad amato, si parla del democratico Marco Minniti. Alla Difesa potrebbe essere 'riconfermato' La Russa, proprio come agli Estere potrebbe restare Frattini. Si fa poi il nome di Pietro Ichino al Welfare, mentre Livia Turco potrebbe ritornare alla Sanità. Vi è poi tutta una serie di ipotesi relative a dicasteri guidati da personalità esterne al mondo della politica, la lista dei ministri che nessuno vuole, poiché svuoterebbero di significato il Parlamento. Tra questi si fa ancora il nome di Monti, papabile numero uno del dicastero dell'Economia (in competizione anche con l'ex dg di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni). Allo Sviluppo Economico potrebbe finire quel Lorenzo Bini Smaghi che ha appena abbandonato dopo un lunghissimo tira e molla il board della Bce (destinazione, l'università statunitense di Harvard). E ancora, Francesco Profumo, presidente del Cnr, all'Istruzione. E anocora, la presidente della Corte d'Appello di Torino e Milano, Livia Pomodoro; Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti, alla Pubblica amministrazione. Impazza il toto ministri. E in queste ore, tra chi vuole conservare la poltrona e chi invece spera di trovare spazio nel nuovo governo a guida Mario Monti, nel Transatlantico di Montecitorio se ne sentono davvero di tutti i colori. Ancora non è chiaro, però, se il governo sarà composto solo da tecnici o se entreranno a farne parte anche esponenti politici. Per ora la seconda opzione è la più gettonata, anche perché in questo modo, a detta del Pdl, ma non solo, si costringono le forze politiche che sostengono Monti a mettere la faccia sulle misure impopolari che il nuovo premier si appresta a varare per salvare l'Italia dal baratro della crisi economica. IL NODO GIUSTIZIA Ieri comunque Monti è salito al Quirinale per fare il punto con Giorgio Napolitano. E, a quanto si apprende, si sta lavorando su una squadra snella - non più di 60 membri tra ministri e sottosegretari) - composta da tecnici e politici. Ma vediamo quali sono i nomi delle ultime ore. Innanzitutto c'è la “quota Berlusconi” con alcuni ministri del suo governo con alte probabilità di essere riconfermati, come Raffaele Fitto agli Affari Regionali, Franco Frattini agli Esteri, Gianni Letta sottosegretario unico alla presidenza del consiglio e Anna Maria Bernini alle Politiche europee. I nomi della “quota Pd”, invece, sono quelli di Enrico Letta ai Beni Culturali, Marco Minniti per il Viminale, casella per cui è in ballo anche Giuliano Amato, Livia Turco alla Sanità ed Ermete Realacci all'Ambiente. Il vero scontro, però, è sulla Giustizia. Qui il Cavaliere ha preteso da Napolitano la presenza di un suo uomo, possibilmente l'attuale ministro Francesco Nitto Palma. Ma dal Pd (che ufficialmente è ancora contrario a entrare in un esecutivo in cui sono presenti gli attuali ministri berlusconiani) è arrivato un secco no. E il partito di Pier Luigi Bersani per via Arenula pensa all'attuale capogruppo in Senato, Anna Finocchiaro o alla capogruppo in commissione Giustizia a Montecitorio, Donatella Ferranti. In alternativa, anche se di difficilissima attuazione, il presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro. Insomma, il partito di Bersani e D'Alema non vuole che su quella poltrona si sieda un esponente politico che risponde direttamente al Cavaliere. Per quanto riguarda il Terzo Polo, invece, nella squadra di Monti dovrebbero entrare il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, all'Agricoltura, Rocco Buttiglione alla Pubblica Istruzione e Benedetto Della Vedova (Fli) al Turismo. IL RITORNO DI BASSANINI Per l'Economia, invece, il più gettonato continua a essere Fabrizio Saccomanni, anche se qualcuno sostiene che Monti potrebbe tenere per sé l'interim di Via XX Settembre. Ma è in lizza anche l'ex ministro Domenico Siniscalco. Mentre ieri non sono passate inosservate le dimissioni di Lorenzo Bini Smaghi dalla Bce: per lui sarebbe pronta la casella dello Sviluppo economico. In calo, invece, sono le quotazioni di Pietro Ichino per il Welfare, dove pare possa andare l'ex leader della Cisl Sergio D'Antoni, mentre si parla di un possibile ingresso di Emma Bonino (per consolidare l'appoggio dei Radicali) e Umberto Veronesi, anch'egli in lizza per la Sanità, ma come tecnico. Infine alla Funzione Pubblica, a sorpresa, potrebbe spuntare il redivivo Franco Bassanini.