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Indagato l'ex presidente Bpm "Finanziamenti anomali"

Perquisito Massimo Ponzellin, numero uno Impregilo: associazione a delinquere. E Laboccetta (Pdl) porta via un pc

Giulio Bucchi
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L'ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, che oggi è stato perquisito, è indagato per associazione a delinquere e ostacolo alle autorità di vigilanza nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla procura di Milano. L'indagine è nata da un rapporto ispettivo di Bankitalia arrivato in procura nel giugno scorso che segnalava finanziamenti anomali a favore del gruppo Atlantis/bplus giocolegale ltd. Secondo la procura, Ponzellini, attuale numero uno di Impregilo, e gli altri indagati avrebbero dato vita a una "associazione affaristica criminale". Per l'approvazione del finanziamento ad Atlantis e anche di altri finanziamenti, Ponzellini si sarebbe speso "personalmente in maniera del tutto anomala". Insieme a Ponzellini, è indagato Antonio Cannalire, uomo legato al business delle macchine da gioco, che avrebbe trattato - si legge nel decreto di sequestro - in una posizione di "supremazia" coi dirigenti di Bpm. L'irruzione - Ponzellini, noto per la sua ironia, non si scompone. "La perquisizione è finita", risponde con un sorriso ma chiede di non entrare nel merito dell'inchiesta: "Non è il momento". Emerge però un altro particolare. Durante la perquisizione effettuata a Francesco Corallo, altro coinvolto nell'ambito dell'inchiesta sulla Bpm, il deputato Amedeo Laboccetta (Pdl) si è presentato e ha portato via un computer sostenendo che fosse il suo. Corallo, non indagato, risulta gestore della società Atlantis-Bplus. In un primo momento Corallo si è opposto alla perquisizione dichiarandosi ambasciatore per conto della Fao di un paese caraibico. Mentre gli inquirenti verificavano presso il ministero degli Esteri se la versione di Corallo fosse vera, nei locali di Piazza di Spagna sono intervenuti 4 avvocati, tra i quali il deputato Daniela Bongiorno. Ad un certo punto si è presentato anche il deputato Laboccetta, che dopo essersi qualificato, ha rivendicato la proprietà del computer presente negli uffici e lo ha portato via con sé. Laboccetta risulta essere stato procuratore speciale in Italia per Atlantis fino al 2008.

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