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Brunetta scrive al Cavaliere: "Tremonti mi ha fregato"

Renato contro il collega: "Mi ha avvisato in ritardo dell'arrivo dei commissari Ue". Giulio è solo: rimarrà disoccupato?

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi, nella sua storia poltica, probabilmente, non si è mai trovato in difficoltà così grosse. Ma nel governo - anche se de facto agisce da tempo come battitore libero - c'è chi, paradossalmente, se la passa anche peggio. Lo 'sfortunato' è il superministro, Giulio Tremonti. Perché? Perché, dispiace per lui, ma nell'Italia che sarà, pare essere l'unico disoccupato sicuro. Il suo eterno rivale Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, ha scritto al premier Berlusconi per denunciare i ritardi del ministro dell'Economia nel comunicare l'arrivo della delegazione Ue in Italia. Soprattutto, "la cosa più grave - scrive Brunetta - è che la documentazione e i quesiti sottoposti dall'Europa all'Italia e, per competenza, a questo Ministero, pur essendo stati inviati al Ministero dell'economia il giorno 4 novembre, ci sono stati trasmessi solo ieri sera 8 novembre alle ore 20.47, per un incontro che si sarebbe svolto oggi alle 9". "Devo però, con molto rammarico - scrive Brunetta a Berlusconi - rappresentarti la situazione estremamente grave nella quale sono stato posto dal Ministero dell'Economia e Finanze in relazione al predetto incontro, alla preparazione della riunione odierna e agli adempimenti richiesti". Altre brutte notizie per Giulio. E se lo scaricano pure gli industriali di Finmeccanica... Con Monti? No - Le trattative e le schermaglie di palazzo per decidere che sarà del governo (elezioni? inciuci? esecutivo di transizione?) sono appena iniziate. Gli scenari sono molteplici, le sfumature infinite. Eppure, gira che ti rigira, l'esito per il titolare del dicastero di via XX settembre potrebbe essere sempre lo stesso: l'esilio politico. Ma procediamo con ordine. Si fa un gran parlare del governicchio per cui spinge Giorgio Napolitano guidato dal tecnico Mario Monti. Non ci vuole un attento osservatore - basta leggere i corsivi recentemente firmati sulla prima pagina del Corriere della Sera - per comprendere che le politiche dell'economista Monti non si concilierebbero, mai e poi mai, con quelle spruzzate di socialismo poco liberal sostenute Tremonti-mani-di-forbice. Con Silvio o Angelino? Figurarsi... - Secondo scenario: colpo di coda del Cavaliere, che prova a giocarsi la sua ultima cartuccia politica e, nonostante le ultime dichiarazioni, prova a ricandidarsi. Nel caso in cui vincesse ce lo vedreste voi a richiamare il divino Giulio per guidare il dicastero dell'Economia? Le possibilità sono prossime allo zero, molto inferiori rispetto a quelle che si hanno di imbroccare la sestina vincente del Superenalotto. Berlusconi e Tremonti viaggiano su binari divergenti ormai da un paio d'anni, e negli ultimi mesi - tra parole grosse e scontri (si sussurra che prima del vertice a Bruxelles della scorsa settimana avessero sfiorato la rissa) - i loro rapporti sono sprofondati: l'intesa non è più recuperabile, nemmeno con un miracolo. C'è poi un secondo scenario-bis: non Berlusconi, ma al governo ci finisce Angelino Alfano. Parimenti, ce lo vedete voi Alfano - portato in palmo di mano dal Cavaliere - tradire Berlusconi e richiamare Tremonti in una squadra di governo che non lo sopporterebbe fin dall'inizio? Con la sinistra? 'Niet' - C'è poi un terzo scenario, talmente ovvio che potrebbe non essere nemmeno citato. Ma, per completezza d'informazione e per dimostrare che il disoccupato numero uno potrebbe essere proprio Tremonti, non può essere tralasciato. La sinistra ha in mano, incredibile ma vero, un biglietto della lotteria che potrebbe rivelarsi vincente. Sì, Bersani e compagnia cantante - con Di Pietro e Vendola - potrebbe sfangarla alle urne (ammesso e non concesso che si voti in fretta: la sinistra ci metterebbe poco a scannarsi in campagna elettorale e a far evaporare il consenso). Ecco, ce lo vedete voi Bersani chiamare nella sua scalchignato esecutivo Giulio Tremonti. Improbabile. Molto improbabile. Rimarrebbe il Terzo Polo, in cui però in fatto di economia c'è già un gallo nel pollaio, Mario Baldassarri, ex vice di Giulio tra 2001 e 2006 e con cui ha rotto per motivi idelogici e personali. Il lavoro dietro le quinte - E così, il divino Giulio in queste ore sembra lavorare per un governo ponte, pare applicarsi per trovare uno spazio in cui provare a lavorare per trovare qualche appiglio politico prima della prossima tornata elettorale. Il ministro si è affrettato a smentire un articolo pubblicato su La Nazione - Il resto del Carlino in cui si racconta di un Superministro fiero sostenitore di un governo ponte "che dimostri in sede europea che in Italia vi è una condivisione nazionale alla linea del rigore". Balle, dice Giulio (a cui, oggi come oggi, forse soltanto la Lega Nord non chiuderebbe la porta in faccia. Forse). Tutte frottole, assicura il portavoce di Tremonti, che però tra le pieghe di un governicchio al quale starebbe lavorando potrebbe sperare di cogliere qualche occasione per riciclarsi.

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