Aiuto, arriva la nuova eurostangata
Per il commissario economico Olli Rehn la "strategia fiscale" non assicura il pareggio di bilancio nel 2013: chiede nuovi sacrifici, ovvero una nuova manovra
I sacrifici imposti alle famiglie e alle imprese con le due manovre estive non bastano. Il salasso record da oltre 90 miliardi di euro deve essere rimpolpato. E il motivo sembra piuttosto semplice: la crisi finanziaria internazionale ha peggiorato il quadro della finanza statale italiana. Così l'Unione europea ci vuole imporre una terza correzione ai conti pubblici. Da brividi, probabilmente. Del resto, la missiva recapitata sulla scrivania del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non lascia spazio a dubbi. «Dal momento che stimiamo che nel contesto economico attuale la strategia fiscale pianificata non assicura il raggiungimento dell'equilibrio di bilancio nel 2013, saranno necessarie misure addizionali per raggiungere gli obiettivi per il 2012 e il 2013». Poche righe. Si tratta del passaggio chiave della lettera che il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha inviato all'inquilino di via Venti Settembre. E con il premier Silvio Berlusconi di fatto dimissionario, toccherà probabilmente a Tremonti studiare il nuovo intervento. Salvo prendere tempo e lasciare il dossier (bollente) in mano al prossimo Governo. Bruxelles non scherza e ieri ha seguito passo passo le notizie in arrivo da Roma. E appena le agenzie di stampa hanno certificato il crollo della maggioranza alla Camera, la Ue ha deciso di riportare ordine nel caos Italia. Tant'è che gli ispettori Ue-Bce, a sorpresa, hanno anticipato la partenza per la Capitale per mettere all'angolo già da oggi le autorità italiane. In ogni caso, il Governo ha tempo fino a venerdì per rispondere al questionario dettagliatissimo sulle misure da inserire nel maxiemendamento alla legge di stabilità all'esame del Senato. Quello che ora importa alla Ue è che l'Italia «esca dall'impasse politica» e ridia fiducia ai mercati. «Le risposte sulle misure da attuare in Italia ci devono arrivare il prima possibile, con questo governo o con un altro», ha detto Rehn al termine dell'Ecofin, dove Tremonti (in serata a palazzo Grazioli) era un assente giustificato e i suoi colleghi seguivano attentamente gli sviluppi della situazione politica a Roma. Auspicando, come Rehn, che la baraonda politica sia superata in fretta e l'Italia la smetta di essere «un bersaglio mobile», dove gli sviluppi sono imprevedibili. Perché il «fattore tempo», ha spiegato il commissario, è indispensabile per un paese che è sotto la forte pressione dei mercati, dove «gli spread preoccupano molto» e occorre ristabilire la fiducia per non mettere a rischio ulteriormente le prospettive di crescita, già comunque minate. C'è da dire che la missione Ue-Bce, a cui sarà affiancata quella del Fondo monetario internazionale tra breve, non parte con le condizioni migliori: dovranno visitare tutte le amministrazioni e diversi ministeri, con il rischio di non trovare interlocutori in grado di rassicurare sul futuro di misure che devono ancora passare al vaglio della politica. L'Europa tuttavia non concede proroghe: gli ispettori di Bruxelles e Francoforte dovranno stendere un rapporto che Rehn presenterà all'Eurogruppo entro il 29 novembre. Resta, però, un dubbio. Perché all'Italia, che non è sotto programma di assistenza, viene riservato lo stesso trattamento di Grecia, Irlanda e Portogallo? di Francesco De Dominicis