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Tutti i nemici del delfino Alfano

La paura di Bondi: bruciarlo sull'altare del "governo pasticcio". Pdl diviso: sponsorizzarlo per la transizione o in chiave elettorale?

Andrea Tempestini
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Stavolta la proposta l'ha lanciata la Lega. A Silvio Berlusconi, rivela Umberto Bossi, «abbiamo chiesto di fare un passo di lato. Laterale». Ossia di lasciare la guida del governo ad Angelino Alfano, il segretario del Pdl. «E sennò chi mettiamo? Il segretario del Pd?», spiega il ministro delle Riforme prima del voto sul Rendiconto. L'obiettivo del premier, però, una volta terminato l'iter per l'approvazione della legge di Stabilità, è il voto anticipato. Una prospettiva che spaventa una parte dei parlamentari del Pdl, pronti a sponsorizzare la candidatura di Alfano in vista delle consultazioni che inizieranno dopo le dimissioni di Berlusconi. «Immagino che il presidente della Repubblica darà l'incarico ad un diverso esponente politico», profetizza Ignazio La Russa, ministro della Difesa. A quel punto il nome di Alfano, che pure teme di bruciarsi sull'altare di quello che Sandro Bondi ha già ribattezzato un «governo pasticcio», è destinato a tornare sul tavolo. Al segretario, infatti, oltre alla Lega guarda anche quella parte del Pdl che non ha perso le speranze di proseguire la legislatura. Alfano, infatti, è visto come la soluzione in grado di ricompattare la maggioranza. Perché l'ex Guardasigilli, che ieri ha praticamente trascorso la giornata a Palazzo Grazioli, sarebbe in grado sia di riassorbire il dissenso dei “malpancisti”, sia di provare a realizzare il proposito di allargare la maggioranza all'Udc in nome della “costituente popolare” lanciata dopo l'elezione alla segreteria. A suo favore si sono espressi i deputati Osvaldo Napoli, Giancarlo Mazzuca e Alessandro Pagano. Ma il coordinatore Bondi dà voce ai seguaci delle elezioni: «Guai se bruciamo l'investimento su Alfano sull'altare di un governo pasticcio nell'illusione di guadagnare tempo. La strada maestra è quella delle elezioni». di Tommaso Montesano

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