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Approvato il Rendiconto, ma la maggioranza non c'è più: soltanto 308 i sì

La Camera approva il Rendiconto, ma i non votanti sono 321. Governo ora è sotto la quota di sopravvivenza. Vertice d'emergenza Cav, Letta e Lega

Andrea Tempestini
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E' il momento più difficile per il governo nel corso di questa XVI legislatura. Alla Camera si è votato sul Rendiconto dello Stato, il testo di cui fu bocciato l'articolo 1 lo scorso 11 ottobre, quando il voto innescò una delle crisi più difficili da superare per questo esecutivo. E oggi in aula il responso è stato duro, difficile da digerire: Silvio Berlusconi ha portato a casa l'approvazione del Rendiconto ma non ha la maggioranza, tanto che ai suoi ha spiegato: "Ora dobbiamo riflettere". Dopo la disfatta, Berlusconi si è recato al Colle e dopo un incontro con il presidente della Repubblica, ha annunciato le dimissioni. Ma solo dopo l'ok alle misure chieste all'Ue. Il governo ha incassato 308 voti favorevoli, sei in meno rispetto a quelli del voto di fiducia dello scorso 14 ottobre: la prova dell'aula ha così dimostrato che l'esecutivo si trova sotto la quota di sopravvivenza, fissata a 316. Le opposizioni si sono astenute, come avevano deciso nel corso della capigruppo di martedì mattina. I votanti erano in tutto 309, uno dei quali si è astenuto. I deputati presenti alla Camera che non hanno votato sul Rendiconto erano invece 321, di cui 11 della maggioranza. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è giunto in aula tra gli applausi dei deputati del Pdl pochi minuti prima del voto: entrando, ha salutato con un cenno della mano i giornalisti che lo attendevano per le domande sul futuro dell'esecutivo. "Ecco perché si andrà alle urne". Pietro Senaldi su LiberoTv Berlusconi arrabbiato - Dopo il voto, come riferisce il vicedirettore di Libero, Franco Bechis, nella sua diretta sms dalla Camera, il Cavaliere era nero e silenzioso, intento a controllare un foglio. Si è poi scoperto che si trattava del tabulato dei voti che gli era stato consegnato dal sottosegretario Laura Ravetto. Come aveva annunciato, il premier vuole "vedere in faccia chi mi tradirà". Intorno a Berlusconi si era radunato un capannello di onorevoli. Successivamente, stringendo le mani, il Cavaliere ha lasciato l'aula. La Russa risponde a Bersani - Subito dopo il voto il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, ha suonato la carica. "Il voto di oggi certifica che la maggioranza non c'è più". Quindi, in aula, si è rivolto a Berlusconi: "Io non oso credere che lei non faccia questo passo e sia chiaro che se lei non lo dovesse fare le opposizioni valuteranno mosse ulteriori. Noi - ha concluso - faremo la nostra parte per il Paese". Una risposta a Bersani è arrivata dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che conversando con i cronisti in Transatlantico dopo il voto ha spiegato: "Nessuno sottovaluta il voto di oggi, ma capisco che non ci siano state scene di giubilo perché l'opposizione sa bene di avere ancora numeri inferiori. Se avessero pensato di avere più voti, bastava accendere le lampadine bianche", ha aggiunto La Russa. "Credo che sicuramente il presidente Berlusconi debba parlare con il Presidente della Repubblica", ha concluso il ministro.

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