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Il Cav: "La legge di stabilità, poi dimissioni e voto"

Dopo il voto sul Rendiconto Berlusconi annuncia il passo indietro dopo l'ok alle misure chieste dall'Europa. Napolitano gli concede un mese di tempo

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi annuncia le dimissioni. Dopo il deludente risultato di Montecitorio, con il voto sul rendiconto superato con soli 308 voti (e 321 non votanti), il premier si è recato al Colle. Una volta terminato l'incontro il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha diffuso una nota in cui annunciava l'incontro con "il Presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, accompagnato dal Sottosegretario dott. Gianni Letta. All'incontro ha partecipato il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Consigliere Donato Marra. "Risposte all'Europa e passo indietro" - "Il Presidente del Consiglio - spiegava la nota del Colle - ha manifestato al Capo dello Stato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto odierno alla Camera. Egli ha nello stesso tempo espresso viva preoccupazione per l'urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l'approvazione della Legge di Stabilità, opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione europea. Una volta compiuto tale adempimento, il Presidente del Consiglio rimetterà il suo mandato al Capo dello Stato, che procederà alle consultazioni di rito dando la massima attenzione alle posizioni e proposte di ogni forza politica, di quelle della maggioranza risultata dalle elezioni del 2008 come di quelle di opposizione". Secondo quanto si è appreso, Giorgio Napolitano avrebbe concesso a Berlusconi un mese di tempo per approvare la legge di stabilità. Vertice notturno - Dopo l'incontro al Colle è iniziata una riunione nella residenza romana di Berlusconi per fare il punto sulla difficile giornata politica. Al premier si è subito unito il suo legale Niccolò Ghedini, quindi il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano e il portavoce Paolo Bonaiuti. In precedenza, nel corso di un collegamento telefonico con il Tg5, il premier "ha preso atto" del fatto che la maggioranza non avesse più i numeri ma ha spiegato che, dopo di lui, vede come unica soluzione possibile "soltanto il voto". L'incontro al Colle - In precedenza si era fatta strada la voce che Berlusconi avrebbe voluto provare a tenere duro anche dopo l'esito negativo del voto sul rendiconto, che ha dimopstrato come quota 314-316 fosse lontana, anche perché in 11 nel Pdl avevano deciso di non partecipare al voto. Intorno alle 19 il premier aveva iniziato l'incontro con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Franco Bechis, nella sua diretta sms da Montecitorio, spiegava come il premier aveva confidato come il governo non sarebbe potuto cadere prima di approvare il ddl stabilità. Una previsione poi confermata: Berlusconi prima vuole dare delle risposte all'Europa, e poi, preso atto dei numeri di cui può disporre alla Camera, farà un passo indietro". Poco prima dell'incontro al Quirinale, il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, aveva dichiarato: "Dimissioni del Cavaliere? Aspettiamo qualche minuto. Berlusconi decide al Quirinale cosa fare". Il foglio in aula - In mano al premier, subito dopo il voto, era comparso poi un foglio bianco con poche parole scritte a penna (guarda la gallery). La prima er 308, con un -8 (e tra parentesi Traditori) chiaro riferimento all'esito sul Rendiconto, ai voti mancanti per la soglia di sicurezza e all'umore del Cav. Poi Ribaltone e Voto: il primo è quasi un monito rivolto agli italiani, messi in guardia sulla caratura morale di chi ha mandato sotto il governo, in vista appunto di un ritorno anticipato alle urne. E ancora: Prenda atto: rassegni le dimissioni e un successivo Presidente Repubblica. Come dire: salgo al Colle e la faccio finita, circostanza poi sostanzialmente confermata dai fatti. C'era però un ultimo appunto: Una soluzione. Probabilmente il riferimento era al piano proposto da Berlusconi, quello di porre la fiducia sulle misure anti-crisi per poi fare un passo indietro.

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