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La Fiorentina esonera Mihajlovic Al suo posto Delio Rossi

Sinisa e la Viola: storia al capolinea. L'ex ct laziale ha già firmato un contratto fino al 30 giugno 2013: si prende in mano una patata bollente

Andrea Tempestini
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Le voci sono state confermate: la Fiorentina ha esonerato Sinisa Mihajlovic. La comunicazione al tecnico serbo è stata data già lunedì mattina dal direttore sportivo Pantaleo Corvino, che aveva spiegato a Sinisa come i Della Valle fossero già alla ricerca di un allenatore per sostituirlo. La Fiorentina ha comunicato subito il "cambio della giuda tecnica della prima squadra". A Mihajlovic, "che ha ricoperto questo ruolo con impegno e professionalità, vanno i più sentiti ringraziamenti della società e i migliori auguri perché la sua carriera possa continuare con crescenti soddisfazioni e meritati successi - recita la nota -. Un ringraziamento particolare anche allo staff tecnico che lo ha assistito. Il nuovo allenatore sarà Delio Rossi, che ha raggiunto un'intesa per guidare la prima squadra fino al 30 giugno 2013". I rimproveri dei Della Valle - Mihajlovic paga così l'inizio di stagione deludente, ma anche le accuse della società, che rimprovera al serbo di non avere avuto il pugno sufficientemente duro con lo spogliatoio. I Della Valle rimproverano a Sinisa l'eccessiva liberà concessa ai giocatori - tra notti nei locali e viaggi in treno - ma anche alcune scelte di mercato. La proprietà infatti aveva affidato a Corvino la 'cassaforte' Fiorentina, e oggi Mihajlovic parlava di una squadra con scarsa personalità e ricambi non all'altezza. La patata bollente - A Delio Rossi capita in mano una patata abbastanza bollente. Il gruppo infatti pare in crisi di identità, e molti giocatori cercano nuove motivazioni. I Della Valle, inoltre, sono delusi dallo scarso rendimento dai componenti di maggior classe della rosa, su tutti Riccardo Montolivo, già fiaccato da un'estate di trattative e di sostanziale rottura con la società (andrà via a parametro zero al termine della stagione). Resta poi da risolvere il caso Vargas, e anche Alberto Gilardino, giusto per scimmiottare un'espressione in voga nella cronaca politica degli ultimi giorni, pare avere un acuto maldipancia.

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