"Ho sei morti sulla coscienza" Genova, sindaco Pd non molla
Marta Vincenzi: "Ho la responsabilità della sciagura. Rischi sottovalutati da Protezione civile. In futuro decido io". Ma non se ne va
Marta Vincenzi non lascia ma fa i conti con la propria coscienza. Il sindaco Pd di Genova prova a rispondere alle polemiche che l'hanno investita dopo la tragica alluvione di venerdì. Sei morti che la Vincenzi ha detto di "avere sulla coscienza": "Cosa penso dentro di me e come soffro questa cosa è un fatto umano - ha aggiunto - non è un fatto da responsabilità politica". Per questo "non penso alle dimissioni", ha spiegato il sindaco, anche perché "abbandonare in questo momento la citta mi sembrerebbe una cosa vergognosa". In collegamento con i principali programmi televisivi della domenica pomeriggio, Domenica In L'Arena (Raiuno) e Domenica 5 (Canale5) la Vincenzi ha ribadito che il problema era a monte. "La responsabilità ce la prendiamo tutti e io per prima, spero che col tempo si capisca che ciò che è accaduto era da segnalare come disastro e non allerta 2". Insomma, colpe da condividere con la Protezione civile. "Col senno di poi, avrei fatto chiudere l'intera città - ha spiegato -. A seguito dell'Allarme 2 ricevuto dalla protezione civile, quest'anno a noi segnalato 6 volte, abbiamo seguito un protocollo che però non prevede la chiusura di tutte le scuole né il blocco di tutta la città". "Nel giro di 15 minuti il Ferreggiano, dove è capitato il massimo del disastro, è passato da nemmeno un metro d'acqua ad oltre quattro metri - ha sottolineato la Vincenzi -. Un'alluvione così, con i mezzi di prevenzioni previsti in essere, non è stata possibile nè da gestire nè da fermare come sarebbe stato giusto". Infine, lo strappo con la Protezione civile: "Io credo che indipendentemente da quanto dice la protezione civile noi dobbiamo, in una città che abbiamo scoperto essere dopo tanti anni così fragile, sapere che d'ora in avanti con un'allerta due non scattano le previsioni che dice la protezione civile ma scatta la chiusura di tutto perché possiamo deciderlo noi".