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La Borsa sull'altalena politica Guadagna solo Piazza Affari

Milano, speculazione sulle parole del Cav. Ma a fine giornata guadagna l'1,32%. Gli altri listini del Vecchio Continente negativi

Giulio Bucchi
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Piazza Affari in altalena, un altalena che muove in parallelo alle indiscrezioni e alle smentite che provengono dal mondo politico. Milano era partita malissimo, lasciando anche il 2,5%, mentre a metà mattina - dopo  le voci su un possibile passo indietro di Silvio Berlusconi - gli indici hanno rapidamente virato in positivo, arrivando a guadagnare anche 3 punti percentuali. Simili le oscillazioni dello spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi: il differenziale aveva toccato nuovi record all'inizio delle contrattazioni, flirtando con quota 500 punti base, per poi ripiegare rapidamente intorno ai 470 punti; dopo le 13 però la nuova crescita dello spread tornato oltre quota 480. Poi una nuova flessione dei mercati: così, intorno alle 13.30, a Piazza Affari il paniere principale Ftse Mib saliva del 2,19%, mentre il complessivo All Share limava i guadagni all'1,83 per cento. Negative, invece, tutti gli altri listini europei: sempre alle 13.30 Londra lasciava lo 0,6%, Francoforte lo 0,1% e Parigi lo 0,2 per cento. Il nuovo calo ha seguito la frenata del Cavaliere: "Non lascio", ha detto a Libero. L'oscillazione prova così in maniera lampante la matrice politica della speculazione. Una giornata positiva - A fine giornata Piazza Affari, nonostante le voci politiche, è l'unica in Europa a chiudere in positivo: l'indice Ftse Mib ha guadagnato l'1,32%, mentre l'All Share l'1,1 per cento. Nemmeno l'apertura negativa di Wall Street, sulla quale continuano a gravere i timori per la crisi del debito europeo, è riuscita a penalizzare le performance del listino milanese. Chiusura contrastata per le banche, al di sotto dei massimi registrati in giornata. Bene gli industriali guidati da Fiat; in ordine sparso gli energetici, piatta Mediaset, su tecnologici e telecomunicazioni. Stabile il volume degli scambi, poco sopra i 2,2 miliardi di controvalore. Tra gli istituti di credito, che hanno risentito più di altri titoli dell'oscillazione del differenziale Btp-Bund riportatosi sul finale di seduta alla soglia dei 490 punti, Intesa Sanpaolo ha terminato in crescita  dell'1,87% alla vigilia della trimestrale. Brilla Mediobanca che svetta con un'impennata di 5,36 punti percentuali mentre, in controtendenza, Mps ha lasciato il 4,28%sulle voci di un nuovo imminente aumento di capitale. Listini europei - A fine giornata le altre principali Borse europee hanno chiuso sotto la parità. A Londra l'indice Ftse 100 è retrocesso di 0,3 punti percentuali, a Francoforte il Dax ha lasciato lo 0,63%, mentre a Parigi il Cac 40 ha perso lo 0,64 per cento. Flessione anche a Madrid, dove l'Ibex ha perduto 1,4 punti percentuali. In controtendenza invece Atene, dove dopo l'annuncio dell'uscita di scena del primo ministro, George Papandreou, il listine Athex20 ha guadagnato l'1,71 per cento.

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