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Genova, la rabbia sul sindaco Pd: "Ti deve morire un figlio"

I genovesi contro la Vincenzi: "Si deve dimettere". Berlusconi: "Si è costruito dove non si poteva". Il Colle: "Si indaghi"

Costanza Signorelli
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"Vergogna, vergogna, vattene a casa, dimissioni", poi "Qui non sei su Facebook - hanno aggiunto - qui siamo nel tempo reale" e ancora "È offensiva e vergognosa la mancanza della benchè minima autocritica da parte del sindaco". Poi gli insulti, dettati dalla rabbia: "Bastarda", "Crepa", "Che ti morissero i tuoi figli". L'acqua non cade più a Genova ma al suo posto piovono urla e polemiche su Marta Vincenzi, il sindaco Pd della città messa in ginocchio da un violento nubifragio che ha provocato sei vittime. Secondo i cittadini "si trattava di una catastrofe annunziata" e non riescono a perdonare al primo cittadino la leggerezza con cui è stata affrontata la situazione. Primo fra tutti la responsabilità di aver lasciato aperte scuole e uffici: e infatti due delle sei vittime - una mamma e una sorella - sono morte proprio perché si stavano recando presso gli istituti scolastici a prendere i bimbi. Ma il sindaco si giustifica: "Io non ho colpa". E il Colle avvisa: "C'è bisogno di approfondire gli aspetti di questa tragedia. Sono ancora scosso per quanto accaduto a Genova". Il nostro inviato Francesco Specchia: "A Genova è ancora panico". Guarda su LiberoTv Leggi l'articolo: "Tutto previsto: dov'è la protezione civile?" Il sindaco si difende - La Vincenzi ha continuato a ripetere una sola frase per tutta la giornata di venerdì: "Io non ho colpa". Poi cerca di giustificare le sue scelte: "Abbiamo avvisato la cittadinanza di non usare i mezzi privati. Ma ricordare i comportamenti da tenere in queste occasioni non è bastato". "La scelta di mandare i bambini a scuola - ha aggiunto - è stata provvidenziale, immaginate cosa sarebbero stati 40mila bambini portati in macchina dai nonni, dai parenti o dagli amici in giro per la cittá durante l'alluvione", aggiunge il primo cittadino. Ma la rabbia è tanta - Il sindaco di Genova "chieda scusa alla città e si dimetta immediatamente", chiede Gianni Plinio, responsabile sicurezza del Pdl Liguria, che attacca il primo cittadino. "È offensiva e vergognosa la mancanza della benchè minima autocritica da parte del sindaco. Non è assolutamente accettabile che continui a definire imprevedibile una catastrofe annunciata. Come minimo dal 1970", aggiunge l'esponente del centrodestra, che rinnova il cordoglio per le vittime e la solidarietà ai genovesi colpiti dall'alluvione. Guarda il video Napolitano e Berlusconi - "C'è bisogno di approfondire gli aspetti di questa tragedia. Sono ancora scosso per quanto accaduto a Genova", ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano visitando nel carcere di Turi le celle di Gramsci e Pertini. "È terribile - ha scritto in una nota il premier Silvio Berlusconi - assistere impotenti alla televisione al dramma di Genova. Vediamo se ci sarà il modo di intervenire per evitare che quello che è successo non possa succedere più in futuro", ha aggiunto puntando il dito contro gli abusi edilizi nel capoluogo ligure. "E' evidente - ha voluto specificare il Cavaliere - che si è costruito là dove non si doveva costruire, ma forse si possono trovare interventi che scongiurino il ripetersi di questi disastri e di queste tragedie". Intanto, la procura di Genova ha aperto un fascicolo sulle sei vittime. Si tratta di un atto dovuto quando ci sono decessi per cause di morte non accertate. Al momento, quindi, non c'è alcuna ipotesi di reato. Il Papa - Il Papa Benedetto XVI ha telefonato all'arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, per manifestargli la sua «personale vicinanza e la sua preghiera per le vittime e tutte le persone colpite dal disastro» causato da maltempo in Liguria. La telefonata - fanno sapere i collaboratori di Bagnasco - è giunta mentre era in visita nelle zone colpite. Il presidente della Cei, intervistato in mattinata da Radiovaticana sull'alluvione nella sua città aveva detto: "Se si parla di responsabilità ci vogliono giudizi e conoscenze tecniche che noi certamente non abbiamo". Ma sul rapporto tra uomo e natura "dobbiamo fare un esame di coscienza per rispettare maggiormente il territorio, perch‚ prima o poi le conseguenze sono gravi se non addirittura tragiche".

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