Tra il Tar e il Consiglio di Stato: toghe si aumentano l'indennità
Rappresentanti dei magistrati si sono auto approvati bonus che vanno dal 200 al 300% sugli emolumenti per le cariche interne
Il 15 aprile 2011, mentre la Banca d'Italia diffondeva nuovi dati nazionali su occupazione e recessione economica, i rappresentanti dei magistrati del Tar e del Consiglio di Stato si sono (auto) approvati nuove e ricche indennità. Qualcosa come il 200-300% in più sugli emolumenti che competono a chi è investito di cariche interne. Lo rivela L'Espresso che ha letto i resoconti di alcune riunioni e denuncia la casta della giustizia amministrativa che ha capito che la crisi rischiava di colpire il suo tenore di vita ed è corsa hai ripari. La prima fascia - Emiliano Fittipaldi nel suo articolo ricorda che fino a qualche mese fa i componenti degli organi di autogoverno (il Consiglio di presidenza guidato da Pasquale De Lise è composto da 15 componenti effettivi, più 4 magistrati "supplenti") venivano retribuiti, per l'incarico svolto, con gettoni di presenza. Ora tutti, a prescindere dall'effettiva partecipazione ai lavori, prenderanno 50 mila euro l'anno tondi tondi. Non solo: il trattamento di missione per i membri che non vivono a Roma non è stato cancellato: per loro ogni viaggio è rimborsato con un bonus di circa 300 euro. Alla fine della fiera, per le nuove indennità del solo Consiglio si spenderanno 960 mila euro l'anno. A questi vanno aggiunti i 50 mila euro che vanno al Segretario generale della giustizia amministrativa. Anche lui appartiene alla prima fascia, quella che gode del trattamento economico migliore. Ma anche gli incarichi di seconda fascia sono stati premiati con un bonus di tutto rispetto: 40 mila euro l'anno oltre lo stipendio. L'Espresso fa nomi e cognomi: tra loro c'è Anna Leoni del Consiglio di Stato e Giampiero Lo Presti del Tar, i responsabili del "Servizio centrale per l'informatica e le tecnologie. I 40 mila euro in più li prendono anche i tre segretari delegati per il Consiglio di Stato, per i Tar e il Consiglio di presidenza, ruoli che hanno quasi raddoppiato il loro compenso: oggi i fortunati sono Vito Carella, Francesco Riccio e Mariangela Caminiti. Riccio, per esempio, fino a pochi mesi fa prendeva 3 mila euro al mese dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, mentre Carella quest'anno è stato presidente di una commissione di un concorso universitario e fino al 2013 sarà impegnato a presiedere l'Ufficio del Garante del Contribuente per la Regione Puglia. Anche Umberto Maiello, pur prendendo 50 mila euro come membro del Consiglio di presidenza, non ha voluto rinunciare al rinnovo della consulenza giuridica all'Agcom (che gira al magistrato del Tar altri 35 mila euro lordi l'anno), mentre il collega Marzio Branca ha il suo daffare come esperto alla segreteria della presidenza della Repubblica. La seconda fascia - In seconda fascia, quelli che vantano l'extra da 40 mila euro l'anno, ci sono pure i "magistrati addetti a tempo pieno all'Ufficio studi, massimario e formazione", come ha letto Fittipaldi nei verbali. Nessuno sapeva che Tar e Consiglio di Stato avessero creato un ufficio di questo tipo. In realtà, esisteva da qualche anno, ma con caratteristiche diverse e rimborsi ben più bassi. Dopo una sola riunione l'ufficio smise di funzionare. De Lise, invece, ha deciso di rilanciarlo: così il Consiglio nel marzo 2010 ha istituito quello nuovo, e nel marzo 2011 ha nominato i suoi 12 membri. Un numero sproporzionato per un organismo inutile e pletorico, sostengono i maligni. Di sicuro, l'ufficio costa un sacco di soldi: ai sei magistrati addetti a tempo pieno va un'indennità di 40 mila euro, ai sei a tempo parziale altri 20 mila a testa, denaro a cui aggiungere 80 mila destinati ai due docenti universitari che compongono il neonato "Comitato di indirizzo scientifico e organizzativo": in tutto la spesa supera i 440 mila euro. "L'importo dei compensi", sottolinea un recente decreto del 23 maggio 2011, "è rivalutato ogni tre anni in base al tasso d'inflazione registrato dall'Istat". I più fortunati possono guadagnare bonus da capogiro: fino a 240 mila euro in più, visto che l'incarico dura tre anni e il mandato è pure rinnovabile. Una curiosità, annota l'Espresso: i compensi sono stati decisi dopo la nomina dei 12 magistrati, una cosa mai vista prima.