Vergogna Pazzesco Pisapia: porta in tribunale gli anti-smog che sosteneva sotto le elezioni
Il sindaco di Milano si oppone all'azione legale per cui aveva combattuto fino allo scorso maggio
Soltanto chiacchiere senza avere nemmeno il distintivo. Giuliano Pisapia, il sindaco del 'popolo', il primo cittadino della Milano arancione e in cui cambia il vento, cambia idea con sorprendente velocità. Il vento pur cambiato non spazza via lo smog. Allora tanto vale fare una figuraccia e schierarsi dalla parte dell'inquinamento. Che è successo? E' successo che il paladino di un Ecopass in versione taliban (cinque euro per tutti e senza sconti, in una città che non ha una rete di mezzi pubblici sufficiente a sostenere un provvedimento che paralizzerebbe la circolazione delle auto) in piena campagna elettorale sosteneva la battaglia di 175 cittadini, che lo scorso 9 maggio trascinarono in tribunale Comune e Regione Lombardia per acclarare la responsabilità di Letizia Moratti e Roberto Formigoni nello sforamento continuativo dei limiti di legge sulle concentrazioni di Pm10 nell'aria. Ma ai tempi, si sà, infuriava una delle più (ahinoi) indecenti campagne elettorali degli ultimi anni. E così Pisapia sosteneva la richiesta di un danno pari a un milione di euro che la delegazione meneghina avanzava alle istituzioni lombarde. Peccato però che dopo essersi conquistato la sua bella poltroncina a furia di promesse e proclama, il neo-sindaco - et voilà - come per magia ha affidato ai legali di Palazzo Marino il mandato di costituirsi in giudizio contro quegli stessi cittadini. Un vero e proprio salto della staccionata. Non un semplice passettino indietro. No, Pisapia salta dal carro degli accusatori a quello degli accusati per accusare i primi accusatori che sostenne nella crociata anti-smog. Francamente incredibile. Il sindaco di Milano, tutto ecologia e libertà e cresciuto nel partito verdissimo di Nichi Vendola, dopo solo qualche mese di mandato si rende conto che non era la coppia di 'puzzoni' Moratti-Formigoni ad avvelenare i polmoni dei milanesi. No, è che gestire una metropoli comporta qualche problema. E i problemi, Giuliano, ora li ha toccati con mano. La grana dell'inquinamento c'è anche per lui e non si può rimuovere in pochi giorni (e probabilmente nemmeno imponendo l'Ecopass della vergogna che colpirà anche chi si è recentemente svenato per comprare vetture che avrebbero dovuto essere in regola). Così il primo cittadino non scende a patti con i promotori che aveva portato in palmo di mano soltanto lo scorso maggio, quando da candidato doveva raccogliere voti ad ogni costo. E così firma l'atto di costituzione che impegna la Civica Avvocatura a opporsi loro nel primo e negli altri gradi di giudizio. La cosa più divertente - o grottesca, dipende dai punti di vista - è che in questo modo il buon Giuliano, l'avvocato Pisapia, indossa i panni del difensore di Letizia Moratti e di quanto fece la precedente giunta. L'atto che ha disposto Pisapia si articola come una vera e propria requisitoria a difesa dell'operato della Regione che "ha adottato i prescritti piani d'azione per il contenimento e la prevenzione degli episodi acuti di inquinamento e il Comune di Milano, per la parte di propria competenza, vi ha dato puntuale esecuzione". Oh, che sorpresa. Pisapia parla tale e quale alla Moratti. Ripete le frasi con cui si difendeva la vecchia giunta. "Il Comune non si è limitato a svolgere il ruolo di ente esecutore dei piani e dei programmi regionali ma, pur in assenza di uno specifico obbligo giuridico, ha affrontato il problema dell'inquinamento atmosferico adottando ulteriori provvedimenti che hanno largamente contribuito al miglioramento della qualità dell'aria prevenendo gli accumuli di sostanze inquinanti. Tanto che i dati relativi all'inquinamento atmosferico dimostrano l'efficacia dei provvedimenti adottati dal Comune nell'ultimo quinquennio come l'Ecopass, le Ztl e gli incentivi per l'efficienza energetica". Parole di da Pisapia: da non credere. Come è incredibile la sua ultima avventurosa piroetta.