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Cav usa l'ombrello del Fmi Se va male governo Letta

Il Fondo monitorerà i conti italiani. Con l'ok della Lagarde i frondisti disarmati. Ma se crolla tutto il governo sarà all'insegna della continuità

Giulio Bucchi
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Per una volta, è l'Europa a consolare Silvio Berlusconi. Al G20 di Cannes sono arrivati attestati di stima da parte dei leader europei e soprattutto una visione lucida e senza storpiature delle grane nostrane. "Se l'Italia cambia governo non cambiano i suoi problemi", ha commentato Ben Rhodes, spin doctor di Barack Obama. Il premier ha incassato con soddisfazione anche se il futuro resta duro. Questione di numeri, scricchiolanti. E di alleanze complicate non più solo per colpa dei chiari di luna di Bossi e Lega. C'è da tenere a banda i malidipancia di responsabili, frondisti Pdl, peones e non. Molti nella cerchia del Cavaliere parlano di "ricatti" e "tradimenti", nonostante l'Ue abbia spiegato che il problema dell'Italia non si chiama Berlusconi. Ma l'ultima mano al Cav arriva niente meno che dal Fondo monetario internazionale. Come? Accettare il monitoraggio dell'Fmi sui conti italiani rappresenterà per il premier un ombrello potentissimo: se l'organismo presieduto da Christine Lagarde darà pareri favorevoli alle riforme in cantiere, sarà praticamente impossibile per i ribelli e i frondisti scaricare il governo, almeno nell'immediato. Il Cav e i "ristoranti pieni". Guarda il video su LiberoTv Tenere duro - In ogni caso, Berlusconi sta già studiando la strategia per ribaltare a proprio favore (o a sfavore di chi trama) l'intricata situazione. L'obiettivo, come anticipato dal segretario Angelino Alfano, è resistere almeno fino a Natale. "Per porre fine a tutti questi giochetti", ha spiegato Berlusconi ai suoi. Come? Votare a metà novembre al Senato la legge di stabilità con il maxiemendamento "Europa", il pacchetto di misure d'emergenza per l'economia. Lo stesso pacchetto dovrà passare poi alla Camera, e per tempi tecnici di calendarizzazione e discussione si arriverà per forza di cose a metà dicembre. Considerando la pausa natalizia, arrivare a gennaio a quel punto sarebbe obbligato. A meno di stravolgimenti in Aula, dunque, anche i più convinti ribaltonisti del Pdl dovrebbero arrendersi all'evidenza: non ci sarebbe più spazio per governi tecnici in carica per una decina di mesi effettivi, meglio andare subito alle urne. E a quel punto, sostiene Berlusconi, "faremo i conti e valuteremo". Sottintenso: chi tradisce e sgarra ora, si può scordare la ricandidatura nel Pdl. Nel caso in cui la fronda avesse la meglio l'ipotesi più concreta sarebbe quella di un governo guidato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Il Fmi infatti ha dato il suo ok ai conti pubblici italiani. Così, nel caso in cui l'esecutivo non avesse i numeri, le opposizioni non avrebbero in mano come carta nemmeno un'ipotetica accusa da parte delle istituzioni internazionali circa la negligenza italiana. Le opposizioni insomma non avrebbero argomenti per proporre un governo tecnico all'insegna della discontinuità, e così il nome più quotato per un eventuale esecutivo di transizione è quello di Gianni Letta. Gelo con Giulio - Certo, ci sono i frondisti che, riferiscono fonti a lui vicine, il Cav avrebbe più volte definito "str..zi". Ma, come scrive Salvatore Dama su Libero in edicola oggi venerdì 4 novembre, il premier ce l'ha anche con Tremonti. "Ha giocato sporco, è andato da Napolitano a raccontargli i contenuti del decreto". Decreto che, in una prima stesura, conteneva anche il processo breve. Logico che il Colle abbia bloccato tutto. Il Cavaliere gliel'ha giurata: se ottiene la fiducia ed esce indenne da questa storia, "faccio un rimpasto di governo e lo mando via". In questo clima poco cordiale i due si sono trovati sullo stesso volo, ieri mattina. Alla scaletta, scherzando, Silvio ha mostrato i pugni: "Secondo i giornali ti dovrei prendere a cazzotti!". Poi, secondo la versione ufficiale, amore e accordo: il premier e il ministro hanno studiato i dossier per il G20. Secondo altri, Silvio avrebbe semplicemente ignorato Giulio, approfittando del volo per recuperare il sonno perso nell'ultima durissima settimana di lavoro.

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