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Sindaco di sinistra contro i pm:sono fissati con il Cav

Michele Emiliano: "Nel Pd ci sono troppi leader e presunti leader. Renzi? Ha messo in piedi solo un comitato elettorale"

Andrea Tempestini
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Nel 2004 Michele Emiliano era pm antimafia. La Sacra corona procurò un bazooka per finirlo. Uno così non le manda a dire. Neppure quando si tratta dei suoi ex colleghi della Procura di Bari: «Non è ammissibile che vicende politiche e politico-giudiziarie collegate al coinvolgimento degli uffici giudiziari baresi nelle vicende del premier Berlusconi distraggano il presidio investigativo della città nel pieno di una recrudescenza mafiosa». Non può smentire: lo ha scritto su Facebook. «Intendevo dire che le indagini su Tarantini, le polemiche collegate, l'intervento del Csm, le contrapposizioni tra magistrati non devono colpire la qualità e la continuità della lotta alla criminalità. Ho scritto anche che c'è una situazione disastrosa che riguarda le forze dell'ordine, i fondi e i mezzi a disposizione. Non è colpa dei magistrati. Ma dico la verità…». Prego. «Sono tre anni che le indagini su Tarantini stanno facendo danni incalcolabili alla città di Bari. E all'interno degli uffici si sono create contrapposizioni che vanno superate altrimenti il rischio è grosso». Contrapposizioni politiche? «Quando c'è la politica di mezzo le tensioni salgono alle stelle. Ci sono state molte fughe di notizie, i rapporti tra magistrati sono diventati più difficili. Se non ci fosse stato un indagato eccellente come Berlusconi, tutti questi guai non li avremmo passati. E questo distrae: a Bari come altrove il consumo di cocaina è alle stelle, tira cocaina gran parte classe dirigente e così diventa ricattabile, anche se nessuno sembra interessarsene». Lei ha detto che in casa Pd è in corso una «guerra Bersani-Renzi senza contenuti politici: solo lotta di potere». «Stiamo dando l'immagine di un partito che somiglia a un bar. Dalla convention di Renzi e devo dire anche dall'incontro di Bersani non potevano uscire suggerimenti politici, perché nessuno ne ha l'autorità senza prima concordare le proposte con la coalizione. Entrambi parlano come se dovessero prendere domani in mano il Paese, e invece noi non siamo pronti: ci sono troppi leader e ci sono anche i presunti leader, quelli che si autoproclamano e fanno soltanto promozione personale». Bersani è preoccupato di Renzi. «Renzi non merita questa attenzione». Il rottamatore è partito con giovani come Civati e Serracchiani. Ora con lui ci sono Realacci, Giachetti, Gentiloni: età media 54 anni. «Anche io credevo che volesse costruire con altri un percorso con idee e competenze. Poi ho capito che il suo è soltanto un comitato elettorale, e il Paese non ne ha il bisogno». Lei dialoga da tempo con il sindaco di Napoli, De Magistris: «Non possiamo occuparci soltanto dei tombini», ha detto. «I meridionali non possono più affidarsi soltanto a leadership costruite al nord». Allude al fatto che per la presidenza dell'Anci il Pd le ha preferito il sindaco di Reggio Emilia? «Quella non è stata una questione politica, ma una vicenda molto più prosaica. Ma posso essere più chiaro». Prego. «Io volevo proporre un progetto nel quale i Comuni diventavano il luogo principale in cui costruire il futuro del Paese. Oggi l'Anci non fa politica, gestisce qualche milione di euro. Che peraltro viene dal governo e quindi poi diventa complicato criticare chi ti finanzia». intervista di Antonio Cantoro

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