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Sacconi sente il clima d'odio: "Terroristi nelle università"

Il ministro del Lavoro: "In Italia non c'è movimento terroristico organizzato, ma a Roma hanno agito nuclei clandestini"

Giulio Bucchi
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Bisogna tenere alta la guardia, perché l'allarme terrorismo non muore mai. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi lancia un nuovo allarme e in una nota invita a non sottovalutare i malumori della società attuale. "Quello che è successo a Roma - sottolinea Sacconi a proposito dei gravissimi incidenti del 15 ottobri - è sì sintomo di insofferenza giovanile, ma indica anche che sono al lavoro nuclei organizzati che operano clandestinamente per trasformare il disagio in rivolta". Se da un lato "oggi non esiste (ancora...) - prosegue la nota - un movimento eversivo da cui possano scaturire energie terroristiche" paragonabili a quelle attive negli Anni di Piombo, dall'altro bisogna tener conto che "il terrorismo non nasce da lucide elaborazioni estremiste prodotte all'interno del quadro politico", ma "dal ventre della società, da pulsioni che diventano irrefrenabili quando la dialettica politica da strada diventa linea politica". Esempio Biagi - In un clima di scontro tale, parlamentare e sociale, è logico pensare a quanto è accaduto con Marco Biagi, il giuslavorista assassinato dalle nuove Br il 19 marzo 2002 a Bologna: "Non è stato ucciso da una possente organizzazione terroristica. E' stato assassinato  - spiega Sacconi - da un gruppetto di una decina di persone (infermieri, tecnici di radiologia, precari universitari) che pensavano di fare un favore alla società eliminando quello che anche voci non rivoluzionarie descrivevano come un 'nemico dei lavoratori'". Questo perché "i terroristi e i violenti organizzati in Italia, come dimostrano i decenni tristi che abbiamo vissuto, non sono venuti da Marte: li abbiamo allevati nelle nostre scuole, nelle nostre università, nelle nostre case. E con molta tolleranza politica, culturale, istituzionale". In un momento in cui governo e opposizione stanno discutendo delle modifiche del mercato del lavoro, ritenute ingiuste da parte della sinistra e dai sindacati, non è saggio dunque parlare tramite tv e giornali di "nemici dei lavoratori"  e della causa. La moglie di D'Antoni - "Il rischio terrorismo in Italia purtroppo c'è. E' come un fenomeno carsico, che attraversa lunghi periodi di sommerso e poi può tornare a comparire", commenta Olga D'Antona, deputata Pd e moglie del giuslavorista ucciso a sua volta dalle nuove Br il 20 maggio 1999. "Ciò non toglie che il ministro Maurizio Sacconi farebbe bene a non evocarlo e soprattutto dovrebbe evitare di creare spaccature ulteriori sia con il sindacato che con il mondo dei lavoratori". La guardia alta, spiega la D'Antona, non passa dai toni accesi né da "ossessione sull'articolo 18 e sui licenziamenti facili".

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