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La guerra dei rifiuti a sinistra Vendola scarica De Magistris

La Puglia dice no alla monnezza della Campania. L'assessore Nicastro, Idv come Giggino: "Non sappiamo cosa c'è dentro"

Giulio Bucchi
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Quella per la monnezza diventa una guerra civile. Tutta interna al Meridione e soprattutto a Italia dei Valori. L'assessore all'Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, ex pm oggi in politica con Idv, sbatte la porta in faccia al sindaco di Napoli e suo compagno di partito Luigi De Magistris. "Il flusso di rifiuti campani è senza garanzia. Non sappiamo cosa c'è veramente dentro", ha lanciato l'allarme Nicastro invitando i cittadini al "controllo sociale" sugli scarti provenienti da Napoli e discariche dei dintorni. Una specie di ronda ecologica: così si conclude una storia iniziata, come spesso accade a sinistra, tra toni ecumenici e grandi speranze. Esattamente un anno fa, il governatore pugliese Nichi Vendola aveva assicurato: "Governo Berlusconi, Esercito e Protezione Civile hanno garantito che la qualità del rifiuto trattato in Campania sarà al di sopra di ogni sospetto. Noi verificheremo quando arriverà in Puglia". Quindi la promessa del leader di Sinistra Ecologia e Libertà: "La Puglia smaltirà 50mila tonnellate di rifiuti di Napoli e della Campania", perché "non si può venir meno al dovere della solidarietà. Se crepa Napoli, crepa il Mezzogiorno d'Italia". Ricorsi e veleni - Il guaio è che effettivamente, dal 2008, i rifiuti campani superano il confine con buona continuità: 50mila tonnellate. Finchè è l'esercito a sovrintendere i trasferimenti, tutto bene. Quando poi "dopo le prime 1000 tonnellate venne il generale Monaco e mi disse 'noi ci salutiamo qui'", ricorda Nicastro, va tutto a scatafascio. E ci si mette di mezzo la polizia, secondo cui la monnezza campana potrebbe essere "non idonea" e i rifiuti "non tritati e separati". L'altra grana, come scrive il Corriere della Sera, è economica. Perché per il "ristoro ambientale" Napoli aveva promesso un rimborso di 500mila euro. "Mai arrivati - incalza Nicastro -. Come i 7 milioni che il governo si era impegnato a darci nel 2008 per bonificare i siti inquinati della zona di Taranto". Il risultato è lo stop alla discarica di Italcave di Stazze, diffidata ad accogliere la monnezza campana e il doppio ricorso al Tar. L'accusa della Regione Puglia, dimostrata da due ispezioni, è che nei carichi provenienti da Napoli ci sia di tutto e di più: materassi, gomme, fari, toner, sacchetti di immondizia indifferenziata, senza alcuna documentazione che attesti "l'assenza di furani e diossine". Tra De Magistris e Vendola è stato amore, poi ci ha messo lo zampino la monnezza.

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