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Santoro gioca alla rivoluzione "Noi, gli operai sulla gru"

Michele presenta Servizio Pubblico e poi paragona il suo programma alla protesta operaia. Per puntata spende 250mila euro...

Andrea Tempestini
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Con il coltello tra i denti e il fuoco sacro di crede di essere l'unico portatore sano della verità, Michele Santoro sale sulla gru. Metaforicamente, sia chiaro. Ma fa sorridere ugualmente. Il teletribuno presenta in conferenza stampa la sua nuova creatura multipiattaforma, Servizio Pubblico. E spiega che la sua sarà una televisione "che sale sulla gru. Come hanno fatto tanti per far sentire la loro voce. Ora si affianca anche una televisione che non ha diritto di cittadinanza. E quindi questi due mondi si saldano". Ma quale gru? - Frasi che destano perplessità, quelle di Santoro. La prima: ma che razza di gru sarà mai uno studio televisivo con tanto di pubblico, politici e politicanti, telecamere e incassi pubblicitari che permetteranno al teletribuno di incassare molto di più rispetto a un operaio? C'è una bella differenza tra le gru e su cui si sono abbarbicati diversi lavoratori per protestare contro i diritti che venivano loro negati e la gru del tubo catodico. Seconda perplessità: il signor Santoro parla di una televisione "che non ha diritto di cittadinanza": peccato che la sua ultima fatica andrà in onda pressoché ovunque (Sky, televisioni locali, sito di Corriere, Repubblica, Fatto Quotidiano e radio, per un bacino d'utenza pressoché record). Gli 'operai' a Cinecittà - Santoro non ha dubbi e ribadisce: "In Italia c'è la censura". E poiché di giusto lui e lui soltanto sputacchia la sua inappellabile sentenza: "La televisione che va in onda fa schifo". Così il teletribuno, come un vero capopopolo, annuncia che si metterà alla guida della "rivolta" del telespettatore contro la televsione omologata. La rivoluzione inizierà giovedì 3 novembre alle 21 dagli studi di Cinecittà (altro che la gru...). Per comprendere a fondo la rivolta operaia di Michele le cifre possono aiutare. La raccolta dei 'dieci euro' che i suoi seguaci hanno donato a Servizio Pubblico ha fruttato quasi 100mila adesioni per un milione di euro. La spesa per puntata sarà di 250mila euro, con un fatturato previsto dalla società di circa sette milioni di euro. "Ogni giovedì - esultava in conferenza stampa l'ex conduttore di Annozero - sarà una giornata di sciopero del telespettatore ordinario dalla tv che fa schifo". Contro Ferrara e Minzo - Michele non ha voluto svelare tutte le novità del programma, tra le quale il sondaggio su Facebook "in tempo reale", in concomitanza con la trasmissione online. Nel mirino ci sarà Silvio Berlusconi? Santoro ci prova: "No", spiega. Ma non ci crede nessuno (vi ricordate per esempio il video della premiata ditta Venditti-Verdone comparso sul sito di Servizio Pubblico pochi giorni fa?). "Berlusconi è un fenomeno morto". Insomma nel mirino ci finisce "il sistema politico nel suo insieme", nella migliore tradizione del grillismo militante. Sebbene Santoro tenti effetti a sorpresa, già si conosce lo special guest, ospite della prima puntata: niente di meno che Luigi De Magistris. E già il popolo arancione vanta una vera e propria "sinergia" con l'idea santoriana. Contro l'Elefantino - Infine, un Santoro senza freni, è tornato a pungere Giuliano Ferrara. "E' sbagliato dargli lo spazio del dopo Tg1, mentre va bene, è giusto che abbia uno spazio in prima serata andando a cercare l'ascolto in una fascia diversa". E ancora gli insulti a Minzolini: "Dopo il Tg1, in quello spazio si potrebbe mettere chiunque o qualunque cosa...". Attenzione, il teletribuno sta tornando. E a tutto campo.

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