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L'euro? E' una valuta strana. Salviamola unendo i debiti

Che cosa manca alla moneta unica per farne una moneta vera? Un Paese di riferimento, l'Europa è soltanto virtuale

Andrea Tempestini
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Che cosa manca all'euro per farne una moneta vera? È semplice: un paese di riferimento. La debolezza dell'euro è proprio quella. Perchè è come se il dollaro rappresentasse non gli Stati Uniti, ma un pezzettino di ciascuno degli Stati che li compongono, che pensano gelosamente di mantenere il proprio patrimonio e la propria virtù, ma sono attaccabili uno per uno. Sotto l'euro esiste solo un paese virtuale, che è l'Europa, che però non ha messo insieme economie, ricchezze e debiti facendone una cosa sola. Ognuno va per conto suo. Chi è ricco si gode la ricchezza e semmai dà la mancia agli altri. Chi è povero resta povero. Chi ha debiti deve arrangiarsi per conto suo. Per sorreggere l'euro ad esempio abbiamo costruito la Banca centrale europea, quella che adesso andrà a guidare Mario Draghi. Quella in sé non è stata in grado nemmeno di difendere la Grecia dall'attacco della speculazione nell'ultimo biennio, figurarsi se era in grado di dare una mano a Italia e Spagna. Basta citare qualche cifra: La Bce ha riserve in oro per 17 miliardi di euro, crediti in valuta per 39 miliardi, titoli in portafoglio di paesi dell'area dell'euro per 17,9 miliardi. Mettendo tutto insieme l'attivo ammonta a 163 miliardi d euro. Una nocciolina appena a fronte del fabbisogno della moneta unica. Dal 5 agosto al 21 ottobre scorso i soli acquisti di titoli di Stato sul mercato secondario effettuati per dare una mano a Italia e Spagna sotto attacco sono ammontati a 95 miliardi di euro. Non li ha compiuti la Bce, che non ne aveva le risorse, ma il cosiddetto eurosistema, che mette insieme tutte le risorse nazionali delle banche centrali dei paesi dell'euro. Di titoli pubblici in portafoglio ora hanno più di 220 miliardi di euro, cifra assai superiore all'attivo della Bce. Cosa significa questo? Che più che l'euro, risulta attaccabile ogni paese che si è unito per creare la moneta più strana del mondo. Quando si costruisce una unione di paesi o di Stati che si riconoscono in una moneta, nessuno di loro dovrebbe essere attaccabile. E invece è esattamente quel che è accaduto e che sta accadendo. Con il risultato di deprimere i paesi che sono stati schiacciati dall'unione, e di essere costretti a inseguire con i tempi lenti della politica e lunghissimi della burocrazia comunitaria le rapide emergenze che scoppiano a macchia di leopardo. L'Italia è sicuramente uno dei paesi più depressi dall'euro. Ha ottenuto una certa stabilità dei prezzi che però è stata molto sulla carta: l'inflazione è stata bassa, ma il prezzo di cambio del change over è stato così alto e sconveniente, da avere fatto subito lievitare i prezzi così tanto da valere per dieci anni. Le imprese italiane da sempre sono diverse da quelle degli altri paesi: medie e piccole, non sono in grado di investire in ricerca e tecnologia, si aggrappano alla qualità della manifattura e da sempre si sostenevano con la spinta del cambio: un po' di svalutazione metteva le ali e le faceva entrare in mercati con più facilità. Eravamo fino all'euro un po' i cinesi di Europa. Non essendo più possibile, dal 2002 questo paese non cresce più. Che soluzioni restano per dare un corpo alla moneta che non ha nemmeno un'anima? Una sola, ed è quella su cui insiste Giulio Tremonti da tempo: unire patrimoni e almeno la quota del 60% del Pil dei singoli debiti. Che non devono più essere in Bund o Btp, ma in eurobond. O così, o salterà l'Euro. di Fosca Bincher

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